Siamo arrivati al punto in cui si è parlato talmente tanto di Cyberpunk 2077 come prodotto, che quasi si fa fatica a trattare gli aspetti che invece lo rendono opera. Uno di questi è senza dubbio la sua ambientazione, Night City. È nella fittizia città californiana che risiede l’anima dell’ultima fatica di CD Projekt RED. In essa prendono forma le tipiche contraddizioni esasperate dal genere cyberpunk: divario sociale, stravolgimenti climatici, invasione della tecnologia, dilemmi di natura etica. Night City offre un dettagliato spaccato di tutto ciò, e lo fa con ogni suo elemento: edifici, mezzi su strada, abitanti, negozi, murales. Basta un veloce sguardo a ciò che circonda il/la protagonista V per assorbire l’essenza dei diversi quartieri che dividono la mappa di gioco.

 

Cyberpunk 2077 night city

 

Prendiamo La City, il centro città da cui si ergono i grattacieli dalle pubblicità che bucano il cielo: il traffico selvaggio, i neon che colorano le strade e l’innumerevole susseguirsi di insegne lasciano subito intendere che ci troviamo nel cuore di Night City. Eppure, dirigendosi poco più a nord, ci ritroviamo catapultati a Little China, uno dei tanti quartieri etnici della città, nonché uno dei più poveri. Un passaggio dallo sfarzo al degrado repentino, brusco, che ci cattura a ogni metro percorso in moto, in auto o semplicemente a piedi. Tale sensazione ci investirà più volte: da Corpo Plaza a Glen; da Arroyo a Charter Hill, e oltre. La diversità tra i quartieri è enfatizzata dalla suggestiva estetica, che trae forte ispirazione dal mondo reale. È facile rivedere Time Square e i grattacieli di Manhattan nel centro città di Night City, oppure lo sfarzo di Hollywood nelle ville sulla collina di North Oak, o ancora, la claustrofobica città di Kowloon nel mega edificio in cui risiede V.

Tra i quartieri più controversi di Night City, in cui si riversa tutto il suo contraddittorio, c’è Pacifica, a sud. Concepita come l’area turistica della città, in seguito è stata abbandonata per finire sotto il controllo della gang creola dei Voodoo Boys. Attirati dalla ruota panoramica che campeggia sullo sfondo, simbolo di un finto sfarzo, finiamo in realtà nella periferia più degradata, tra baraccopoli di fortuna sorte sotto i ponti, auto incendiate ai margini della strada e grandi hotel colonizzati da senzatetto e criminali.

 

night city cyberpunk 2077

 

Al di là del fascino delle strade, degli edifici e degli scorci, e proprio ciò che li abita a rendere speciale Night City. Ogni suo angolo racconta una storia: uno slargo isolato in cui un corporativo osserva una sua guardia del corpo picchiare un probabile rivale in affari; vicoli con persone in preda alle convulsioni per colpa di qualche droga; l’ingresso di un locale circondato da amici che bevono; piazze gremite di griglie, chioschi e bancarelle. Lo stesso vale per gli spazi chiusi, popolati, se non sovraffollati in certi casi, come al Totentanz quando suonano i Tinnitus. L’effetto è quello di operare in una città dinamica e pulsante, che va avanti indipendentemente dal nostro volere.

La vitalità di Night City cattura la nostra vista e sollecita gli altri sensi. Una sinestesi. A volte, infatti, sembra quasi di poter sentire la puzza di urina e fumo sulla scalinata di un palazzo, così come l’odore del cibo da strada sulle griglie. In tal senso, la scelta della visuale in prima persona si rivela estremamente efficace. Peccato che a un certo punto crolla del tutto la sospensione dell’incredulità.

Succede, per esempio, quando si apre il menù di uno dei chioschi sopramenzionati per ritrovarsi lo stesso identico cibo che si trova in tutto Cyberpunk 2077. Per dirla meglio, dispiace sentirsi dire dal gestore di un locale che lì viene servita un’ottima carne, per poi scoprire che possiamo scegliere tra burrito confezionato XXL e hot dog. In questo modo tutta la ricostruzione del metling pot americano si perde in un bicchiere d’acqua – e comunque anche qui si possono individuare dei limiti, secondo l’interessante analisi sull’orientalismo in Cyberpunk 2077 di Kazuma Hashimoto di Polygon, che va oltre l’ambientazione e si concentra più sulla lore di gioco.

 

Cyberpunk 2077 night city

 

La mancata interazione con un’ambientazione così vivida, in un RPG, lascia un profondo amaro in bocca. Tuttavia non è questa la sede giusta per tornare a parlare delle problematiche legate allo sviluppo da una parte, all’hype dall’altra. Qui a comandare sono le suggestioni, e, come abbiamo visto, la Night City di Cyberpunk 2077 ne è colma. Il compromesso per goderne appieno è non sollevare il velo dell’apparenza. Solo così diventiamo parte integrante degli affascinanti paradossi che costellano la città.