Chi ha giocato la trilogia di Mass Effect, ricorderà con grande piacere il senso di calore e familiarità ogni volta che rimetteva piede sulla Normandy dopo una missione nei meandri del cosmo. In occasione dell’annuncio di Mass Effect: Legendary Edition, ci sembra opportuno ritornare tra i corridoi metallici dell’iconica nave spaziale. Già le sue forme allungate e affusolate esprimono grande carattere. Lo stesso nome invita alla speranza per il futuro, in quanto omaggia lo sbarco degli Alleati in Normandia, nel 1944. Un evento che contribuì alla sconfitta del nazismo, e quindi alla nascita di una nuova era. Allo stesso modo, la Normandy celebra una nuova fase della storia umana: quelle delle alleanze extraterrestri. Frutto della collaborazione tra umani e Turian, la Normandy di Mass Effect combina il meglio della tecnologia e dell’ingegneria delle due razze, dimostrando nuove possibilità di progresso e sinergia.

 

Mass Effect

 

Al di là dell’eleganza delle sue forme e delle sue ispirazioni, il valore della Normandy di Mass Effect sta nella sua capacità di far sentire chi gioca in perfetta sintonia con i personaggi e con il mondo di gioco. E questo accade in ogni capitolo della trilogia. Poco importa se nei panni di Shepard viaggiamo tra gli spazi ignoti dell’universo: avremo sempre un luogo in cui tornare per non sentire la mancanza della Terra. Questo perché le sale della Normandy accolgono le sfaccettature della vita quotidiana, tra scene di passione, e profonde chiacchiere su questioni morali, come la fantascienza richiede. L’opera di BioWare però non si limita a riproporne gli stilemi, ma ne dà una sua rappresentazione.

Il libro Effetto di Massa. Fantascienza e robot in Mass Effect di Francesco Toniolo si sofferma proprio sulla natura Sci-Fi della trilogia videoludica in relazione ai capisaldi letterari e cinematografici del genere. Tra le questioni più interessanti, risalta quella dell’intelligenza artificiale della nave, IDA, che ricorda in molti aspetti HAL 9000 di 2001: Odissea nello Spazio, per poi distaccarsene in maniera inaspettata tramite una caratterizzazione più umana e coinvolgente. La profondità caratteriale dell’equipaggio si riflette nella Normandy, rendendo la mensa, la sala macchine, gli alloggi, e in generale qualsiasi suo luogo, un covo di calde sensazioni per chi gioca.

 

Mass Effect

 

Il richiamo all’immaginario Sci-Fi è evidente anche nello stile della Normandy. Il design degli interni richiama i film e le serie tv degli anni 70 (Star Wars, Star Trek, Battlestar Galactica). Tuttavia, anche in questo caso Mass Effect riesce a piegare i rimandi al contesto di gioco. Come ha opportunamente notato Andy Kelly di PC Gamer – spoiler in seguito –, le luci fredde e gli spazi essenziali del primo modello della Normandy, l’SSV, evidenziano la natura bellica della fregata. Tuttavia, l’SR 2 di Mass Effect 2, finita nelle mani di Cerberus, diventa più accogliente, con tonalità di luci arancioni, alloggi sfarzosi e aggiunta del bar. Infine, in Mass Effect 3, la Normandy SR2 ritorna sotto la gestione dell’Alleanza, e quindi a un design nuovamente minimal e utilitaristico. La più piccola progressione della trama di Mass Effect passa dalla Normandy e dagli elementi che la caratterizzano, siano essi i personaggi che vivono al suo interno, o gli stili dei suoi ambienti.

 

Mass Effect

 

È innanzitutto, quindi, grazie alla Normandy se proviamo un profondo senso di accoglienza in Mass Effect, che nel corso dei capitoli si trasforma in un vero e proprio legame con il mondo di gioco. Questo spiega in parte la reazione tiepida ad Andromeda, che per quanto sia un buon gioco, non riesce a scalfire il senso di familiarità ed immersione nata dal viaggio di Shepard e del suo equipaggio con la Normandy. Non resta che attendere la primavera del 2021 per cedere alla nostalgia, e ricadere nelle emozioni che hanno reso celebre la prima trilogia di Mass Effect.