Ghost of Tsushima: Legends è l’espansione che non ti aspetti | Speciale

Ghost of Tsushima avrebbe potuto tranquillamente uscire di scena senza dare ulteriormente spettacolo, forte di una performance convincente, solida, a tratti sorprendente. Pubblicato a breve distanza dallo splendido The Last of Us Parte 2, la creatura di Sucker Punch ha retto il confronto grazie ad una direzione artistica ispiratissima ed un gameplay non certo originale, ma ugualmente profondo e sfaccettato. Un successo su ogni fronte, insomma, che aveva già guadagnato fiducia e stima di critica e pubblico.

Se c’è chi pensa a monetizzare su qualsiasi cosa, esasperando la pratica del pay-to-win o richiedendo l’esborso di denaro reale anche per la più insulsa delle skin, per fortuna esistono anche produzioni che sanno ripagare pienamente la fiducia degli acquirenti. Ghost of Tsushima lo ha fatto distribuendo in via totalmente gratuita l’espansione Legends, dedicata ed incentrata sul multiplayer.

Laddove verrebbe naturale pensare ad una modalità accessoria, pressocché fine a sé stessa e per nulla in grado di aumentare il valore percepito del pacchetto, un po’ come accaduto a suo tempo con l’online di Uncharted 4: Fine di un Ladro o del più recente DOOM Eternal, in realtà si tratta di una feature inaspettatamente profonda e realizzata con tutti i crismi.

Ghost of Tsushima Legends screenshot

Al primo avvio, difatti, si viene introdotti in un contesto narrativo fondamentalmente nuovo di zecca, sempre ancorato alla storia e ai confini geografici dell’isola di Tsushima, certo, ma di fatto lontano dall’invasione mongola combattuta e contrastata da Jin Sakai.

Nonostante l’evidente riciclo di modelli poligonali e assets ambientali, dovuto e comprensibile beninteso, i quattro spiriti richiamati dall’Oltretomba dovranno vedersela con tutta una serie di Oni, demoni dalle intenzioni tutt’altro che pacifiche, che infestano l’isola e concorrono a sconvolgere la pace del luogo.

L’incipit di Ghost of Tsushima: Legends è un furbissimo espediente per narrare diversi miti e leggende, corpus di storie dal respiro più o meno ampio, ma tendenzialmente corto, che compongono lo scheletro della modalità co-op per due giocatori.

Inizialmente, difatti, dovrete scegliere quale personaggio interpretare. Sebbene tutti sappiano fare tutto (o quasi), ognuno è specializzato e più indicato per un’attività in particolare. Il Samurai è insuperabile negli scontri viso a viso; il Cacciatore sa usare l’arco meglio di chiunque altro; l’Assassino può sgattaiolare alle spalle dei nemici con maggior facilità; il Ronin, eccezione alla regola, è il solo che può curare e rianimare i compagni.

Non vanno poi dimenticati i poteri speciali di ogni combattente che, in combinazione con i gadget in dotazione, come bombe fumogene e kunai, rendono le differenze tra avatar ancora più marcate.

Complice un level design tutt’altro che scontato, nel corso delle missioni sarà imprescindibile coordinarsi al meglio con il proprio compagno di squadra. Dal momento che bastano un paio di colpi ben assestati per ritrovarsi al tappeto, è fondamentale sfoderare la spada solo quando strettamente necessario, ultima spiaggia di un’incursione in cui qualcosa è andato irrimediabilmente storto.

Anche in quei casi, tuttavia, emerge la bontà di un combat system malleabile, adrenalinico quanto basta, tecnico al punto giusto. Lottando fianco a fianco con il proprio alleato, o mentre si è impegnati a limitare l’inferiorità numerica bersagliando i nemici dalla distanza con l’arco, si vivono momenti estremamente emozionanti, impegnativi soprattutto quando ci si ritrova al cospetto di un boss di fine livello.

Le missioni non sono moltissime al momento, ma dove termina l’arco narrativo, se così possiamo chiamarlo, ci pensano sbloccabili e premi di varia natura ad infondere il desiderio di riaffrontare livelli già completati, per il semplice gusto di migliorare la propria prestazione.

La struttura ruolistica, dal canto suo, vive di punti esperienza, nuove abilità da apprendere, armi sempre più potenti da utilizzare sul campo di battaglia. Nulla di innovativo, né di particolarmente sviluppato, parliamo sicuramente dell’ambito più debole dell’offerta, eppure sufficiente per invogliare il giocatore a potenziarsi un successo dopo l’altro.

Ghost of Tsushima Legends screenshot

A completare il pacchetto di Ghost of Tsushima: Legends, ci pensa Sopravvivenza, modalità orda che ci ha regalato i momenti migliori dal punto di vista della collaborazione tra giocatori. Allargate a quattro utenti, le partite impongono la sconfitta di ogni nemico nell’arena e la contemporanea difesa di alcune postazioni, pena il dimezzamento della barra di salute.

Coordinarsi al meglio, complice un livello di difficoltà lievemente settato verso l’alto, è semplicemente fondamentale. Già nel matchmaking la collaborazione deve essere massima, visto che presentarsi nell’arena senza Ronin o Cacciatori equivale a morte certa. Al tempo stesso, in battaglia, bisogna muoversi all’unisono, dando assoluta priorità al togliere dai guai i compagni che versano in situazioni sfavorevoli.

Artisticamente ispiratissimo, grazie ai suoi panorami onirici tinti costantemente di rosso, Ghost of Tsushima: Legends si è rivelato una bella sorpresa. Insospettabilmente profondo e curato, soprattutto sul fronte del level design, pur non eccellendo in alcun ambito, esattamente come per la campagna in singolo, riesce comunque a proporre un’esperienza appagante, divertente e coinvolgente.

Consigliatissimo soprattutto con gli amici giusti. E poi è gratis, che non è mai una brutta cosa.