Grazie alla fusione tra l’Xbox Game Pass e il servizio di Electronic Arts denominato EA Play, nelle ultime settimane siamo riusciti a tornare nello spazio a bordo della USG Ishimura di Dead Space.

Sviluppato dalle sapienti mani dei ragazzi di Visceral Games, il primo capitolo della trilogia horror ambientata tra le stelle rimane al giorno d’oggi ancora un’opera di grande impatto. L’atmosfera claustrofobica, mescolata con un sound design eccezionale e un comparto artistico di tutto rispetto, riesce ancora a trasmettere brividi genuini. Brividi che ci auguriamo possano presto essere replicati con The Callisto Protocol, titolo sviluppato da Striking Distance Studios e in arrivo nel sempre troppo lontano 2022.

Poter rimettere mano a un prodotto come Dead Space, ancora privo di una remastered sviluppata da studio esterni, ci ha fatto riflettere sotto diversi aspetti.

Quanto è importante la retrocompatibilità al giorno d’oggi?

 

 

Sia chiaro: chi vi scrive è da sempre stato convinto che il mercato videoludico vada vissuto nel presente, con un costante sguardo verso il futuro. Vista l’enorme mole di titoli che il 2020 ha portato sugli scaffali (digitali e non), sarebbe poco sensato dover andare a ripescare opere di molti anni fa. Di conseguenza, l’assenza di una retrocompatibilità per PlayStation 3 da parte di PlayStation 5 non dovrebbe risultare una mancanza particolarmente sentita. E se le cose non fossero esattamente così?! E se poter giocare più generazioni videoludiche fosse un vero e proprio punto di forza per le attuali (e prossime) console da gaming?

Incuriositi da queste domande, abbiamo quindi cominciato a navigare all’interno del Microsoft Store per scoprire quali perle del “passato” possano essere riscoperte al giorno d’oggi. Vi mentiremmo se vi dicessimo di non aver provato un brivido a rivedere titoli come Castelvania: Lords of Shadow, Metal Gear Rising: Revengeance, Alan Wake, Shadows of the Damned e Dante’s Inferno. Improvvisamente, poter scaricare qualsiasi titolo sulla propria piattaforma di attuale generazione ci è sembrato non solo interessante, ma anche utile per poter risparmiare dei soldi in futuro.

 

 

Dopotutto, quanti di noi avrebbero acquistato alcune remastered di titoli già disponibili per il download? Avremmo davvero speso dei soldi per Vanquish, Batman: Arkham Collection o per altri titoli di due generazioni passate? Per alcuni di voi la risposta potrebbe essere un secco “si”, ma è chiaro che il mercato ormai ci ha abituati a questo bisogno di rivivere il passato, pagandolo come se fosse il presente.

Vi facciamo un altro esempio: in molti attendono impazientemente l’arrivo di Mass Effect Legendary Edition, ma in pochi sanno che i tre titoli possono essere già giocati su qualsiasi Xbox tramite il succitato Game Pass. Il primo capitolo subirà delle modifiche estetiche e ludiche importanti, ma siamo sicuri che la differenza sarà altrettanto evidente con il terzo episodio? Questa domanda risulta ancora più vera se si pensa che Xbox Series X | S ottimizza automaticamente i titoli delle passate generazioni videoludiche, implementando un HDR fittizio e potenziando il frame rate del gioco.

In seguito a questo piccolo viaggio nel (recente) passato, siamo quindi arrivati a una nuova conclusione. La retrocompatibilità non è certamente una feature che rende l’acquisto di una nuova Xbox imprescindibile, ma è certamente una funzionalità da considerare.

 

 

Veder convivere all’interno dello stesso store anni e anni di videogiochi è qualcosa di davvero intrigante. La possibilità di poter acquistare questi titoli con la semplice pressione di un tasto, inoltre, avvicina ulteriormente il mondo delle console a quello del PC, che non ha mai sofferto davvero il passaggio da una generazione all’altra. Forse è giunto il momento anche per Sony e Nintendo di fare definitivamente questo passo e di smetterla di lavorare per compartimenti stagni.