A più di un mese dall’approdo di Cyberpunk 2077 sul mercato, è evidente come l’arrivo del nuovo gioco di ruolo di CD Projekt Red sia stato a dir poco traumatico. Come il meteorite che causò la fine dei dinosauri, l’impatto lasciato dalla nuova opera del team polacco avrà conseguenze che ci accompagneranno per lungo tempo. Conseguenze che, purtroppo, esulano dalla qualità intrinseca del prodotto, che non abbiamo intenzione di giudicare all’interno di questo articolo (trovate la recensione del buon Kobe cliccando qui).

Cyberpunk 2077 è stato per anni un titolo molto atteso dal pubblico. La motivazione, in questo caso, è duplice. Da un lato abbiamo un’IP importante, mutata dai giochi di ruolo di stampo cartaceo, mentre dall’altro abbiamo una software house sulla cresta dell’onda in seguito a un titolo particolarmente ben riuscito. Ma lo sappiamo: l’hype è una brutta bestia e i social ripetono alcuni pensieri a voce alta così tante volte, da renderli veri.

 

 

Ecco che quindi, fino a ottobre 2020, CD Projekt Red sembrava la software house in grado di cambiare il mondo dei GDR. Impeccabile e senza alcuna macchia sul proprio curriculum, grazie all’ottimo successo dettato da The Witcher 3: Wild Hunt. Proprio il titolo appena citato, invece, vantava numerosi problemi al lancio, che sembrano essere stati dimenticati dalla maggior parte degli utenti. La cosa, in verità, non dovrebbe stupire particolarmente, dato che l’essere umano è in grado di dimenticare momenti come l’olocausto, quindi figuriamoci qualche problemino legato a un videogioco del 2015. A partire dal 19 novembre 2020, invece, il team polacco è stato bombardato da recensioni negative e dall’odio da parte del pubblico. Anni di stima guadagnata improvvisamente vanificati.

Ma non staremmo tutti ragionando un po’ troppo di pancia?

La verità è che bisognerebbe avvicinarsi a un nuovo titolo facendo piazza pulita dei meme, dei pensieri della folla e di quelle aspettative che potrebbero danneggiare la nostra esperienza una volta impugnato il pad. A questo aggiungete un po’ di cultura in più su cosa significa sviluppare un videogioco ed ecco che, forse, si potrebbero capire maggiormente i problemi riscontrati dai ragazzi di CD Projekt Red.

Sia chiaro: con questo non vogliamo giustificare lo stato impietoso del titolo sulle piattaforme old-gen, ma semplicemente invitare l’utenza a ragionare lucidamente e non come alcuni anziani al bar, che non sanno fare la somma tra quindici e diciotto.

 

 

Ci rendiamo anche conto, però, di come la pubblicazione di Cyberpunk 2077 abbia messo in evidenza anche un altro problema, al di fuori del vostro controllo: la disinformazione videoludica. Ricevere un gioco tanto atteso da recensire, con la necessità di dover pubblicare l’articolo nel giro di pochi giorni, ha spinto moltissimi giornalisti a scriverne senza cognizione di causa. Forti della miglior versione presente sul mercato e avvalorati da anni di hype, infatti, sono stati in molti a dipingere l’opera di CD Projekt Red in maniera troppo entusiastica e senza evidenziarne alcuni evidenti difetti. Si tratta, però, di un problema che può essere applicato anche a una miriade di altre recensioni e di altri titoli.

In quanto critica videoludica, infatti, il nostro scopo è quello di approfondire il più possibile un prodotto, per fare in modo che il pubblico sappia a cosa va incontro. Il tutto, ovviamente, senza il benché minimo spoiler per non rovinare la magia provata una volta avviato il gioco di turno. Come ci auguriamo abbiate notato, noi di BadTaste.it cerchiamo di fare il possibile per venire incontro a voi lettori, anche a costo di pubblicare un articolo qualche giorno dopo rispetto al resto del web. Lo facciamo perché crediamo che scrivere “di pancia” non sia corretto nei vostri confronti, relegando le “chiacchiere da bar” ad altri luoghi e ad altri momenti.

 

 

Fare informazione, videoludica e non, è una responsabilità che ci si deve assumere, cercando di rispettare tanto il cliente (le aziende di distribuzione), quanto il pubblico (i lettori). Cyberpunk 2077 ha incrinato ancora di più questo labile legame tra siti specializzati e l’utenza, che è ormai sempre più abituata ad ascoltare la voce di un influencer, piuttosto che leggere una lunga recensione. In chiusura di questo speciale, quindi, ci auguriamo che con il passare del tempo questo legame possa pian piano rinsaldarsi, tornando ai fasti di un tempo. Da parte nostra, ovviamente, non possiamo che ribadire la promessa di rispettarvi e di fare del nostro meglio per darvi consigli ben ponderati e trattare ciò che più amiamo con la massima dedizione e professionalità.

Grazie a tutti voi per continuare a seguirci in questa splendida avventura! Ne approfittiamo, quindi, per augurarvi un buon 2021, nella speranza possa essere un anno migliore e ricco di soddisfazioni! Auguri, nostri fedeli lettori!