Come potete leggere nella nostra recensione, che trovate cliccando qui, siamo rimasti piacevolmente sorpresi di Assassin’s Creed Valhalla. La recente opera targata Ubisoft si è presentata come una summa degli aspetti positivi degli ultimi episodi del franchise, introducendo una gestione dell’open world ordinata come non se ne vedeva da tempo.

Durante la lunga saga di Eivor, infatti, è possibile perdersi in una miriade di missioni secondarie, ben diversificate tra di loro e caratterizzate da situazioni ludiche genuinamente divertenti. Non stiamo parlando solo delle più classiche quest che spingono il giocatore a uccidere un determinato bersaglio o a recuperare un particolare oggetto. Assassin’s Creed Valhalla ci spinge a compiere azioni diverse da quanto provato sino a oggi. Azioni come assemblare dei piccoli tumuli di pietra, sfidare persone in gare di insulti, rendere omaggio ad alcuni specifici altari e, ultimo, ma non per importanza, giocare a Orlog.

 

 

L’Orlog è un divertente gioco nel gioco, basato sul lancio di dadi e sull’utilizzo di abilità speciali che vengono raccolte sconfiggendo altri avversari. Come ha tenuto a precisare il co-development game director di Ubisoft Benoit Richer, non si tratta di un passatempo realmente esistente all’epoca dei vichinghi. Lo scopo degli sviluppatori, infatti, era quello di creare un gioco che fosse “credibile” e che potenzialmente potesse venir collocato nel periodo storico nel quale è ambientata la storia di Eivor. Il tutto, ovviamente, mantenendo una semplice fruibilità da parte dell’utenza.

Nonostante allora esistessero “giochi da tavolo” come l’Hnefatafl o il Nitavl, i ragazzi di Ubisoft hanno preferito creare qualcosa di nuovo, ma di ugualmente divertente. È innegabile, infatti, che l’Orlog sia un’interessante aggiunta al titolo, che riesce a far respirare il giocatore tra una quest e l’altra.

La scelta d’inserire dei giochi nei giochi non è certo una novità per il settore videoludico. La memoria scatta rapidamente verso il Gwent di The Witcher 3: Wild Hunt, apprezzatissimo da tutti i fan e divenuto poi un titolo a sé stante. Chi proviene dagli anni Novanta, inoltre, ricorderà senza dubbio il Triple Triad di Final Fantasy VIII, vera e propria droga digitale in grado di prolungare di molto la longevità complessiva dell’opera Square Soft.

 

 

Capita, a volte, che i dev decidano di non ideare dei veri e propri board game o card game per il proprio titolo, ma di implementare direttamente videogiochi provenienti dal passato. Basti pensare alla serie Yakuza, forte dei diritti dei titoli SEGA, o al relativamente recente The Touryst. Proprio nella produzione targata Shin’en Multimedia, inoltre, troviamo un chiaro omaggio ad alcuni opere degli anni Settanta e Ottanta, che vengono sfruttate con intelligenza all’interno del simpatico action-adventure.

Ma perché inserire una caratteristica del genere all’interno di un videogioco?

In un certo senso, abbiamo già dato la risposta pochi paragrafi più in alto: per donare maggior varietà e per far staccare il giocatore dalla propria routine ludica. Titoli dalla longevità elevata, infatti, necessitano di attività che permettano all’utente di riposare gli occhi e la mente dalla tipologia di gioco principale dell’opera in questione. Dopotutto nessuno di noi vorrebbe passare decine e decine di ore facendo sempre le stesse cose. Questi piccoli espedienti ludici, di conseguenza, ci permettono di rimodulare le nostre sinapsi con l’idea di star giocando a qualcosa di diverso, mantenendo allo stesso tempo il disco (o l’applicazione) del gioco attiva.

Lo scopo degli sviluppatori, infatti, è quello di fare in modo che il pubblico rimanga calamitato alla loro opera. Attraverso questo stratagemma, di conseguenza, tutti vincono. Vincono i giocatori, che non si annoiano a compiere sempre le stesse attività e vincono i dev, che sono riusciti nell’impresa di creare qualcosa in grado di non far spegnere la console agli utenti per la noia.

 

 

Noi abbiamo parlato abbastanza! Fateci sapere voi qual è il vostro “gioco nel gioco” preferito! Preferite le produzioni più complesse come il già citato Orlog di Assassin’s Creed Valhalla, oppure siete appassionati dei minigiochi frustranti come il salto dei fulmini di Final Fantasy X?