Nel novero dei titoli arrivati al lancio di PlayStation 5, oltre a concentrarci sui nomi di primo impatto quali Demon’s Souls e Marvel’s Spider-Man: Miles Morales, era inevitabile non imbattersi anche in The Pathless: realizzato dai creatori di Abzu, stavolta però pubblicati da Annapurna Games, publisher sempre molto attento alle esigenze del mercato indie, l’adventure game ci mette nei panni di un’eroina munita di arco e accompagnata da un’aquila in grado di farle attraversare il mondo offrendoci un sunto di quella verticalità che da anni irradia il mondo dei videogiochi.

The Pathless parte da un obiettivo ben dichiarato: farci rivedere quel flow e quella fluidità che era stata già proposta, in termini più compassati, da Abzu. D’altronde se il primo titolo di Giant Squid strizzava l’occhio alle cadenzate movenze di Journey, stavolta l’obiettivo è quello di farci vivere la magia della rapidità e del dinamismo, che si sposa con le esigenze moderne del non saper aspettare. Se da un lato c’è questa chiara volontà di esasperare il moto perenne, dall’altro lato, però, The Pathless ci mette dinanzi a una vasta isola da esplorare apprezzandone i suoni e gli anfratti: non ci saranno bestie da fronteggiare e sconfiggere, bensì enigmi da risolvere e una tempesta da evitare. D’altronde il luogo nel quale arriviamo è un atollo, decisamente vasto, colpito da una maledizione che sta infestando l’intero mondo: una sorta di morbo, che sta condizionando la terra circostante e risucchiandone tutta la linfa vitale. Starà a noi, quindi, muniti di arco e delle nostre abilità debellare questa disastrosa avanzata di bestie titaniche, in grado di divorare tutto ciò che ci circonda, inglobandole in un vortice di cenere e di siccità dall’acceso colore rosso, come il sangue.

 

The Pathless

 

Se inizialmente l’accostamento a Shadow of the Colossus e all’opera di Fumito Ueda può sembrare scontato e abbastanza naif, si noterà ben presto che tra l’intenzione di The Pathless e di quella che fu del padre di ICO e di The Last Guardian passa un ben diverso ritmo di gioco: non c’è spazio per la contemplazione, come d’altronde suggerito poc’anzi citando anche il parallelismo tra Journey e Abzu, bensì l’intenzione di essere rapidi, ma con eleganza. D’altronde la cacciatrice, la nostra protagonista, corre, scatta, salta, si precipita dai dirupi senza alcuna difficoltà, il tutto scagliando frecce che andranno a colpire i talismani disseminati per il territorio circostante: a seconda dei colori, con alcuni che si sbloccheranno soltanto nel corso del gioco, andremo a ottenere una determinata velocità che ci permetterà anche di compiere dei salti e degli scatti in grado di coprire distanze maggiori. Il tutto si basa sul ritmo e sull’indovinare il momento giusto per scoccare, perché The Pathless non richiede nessuno sforzo di mira, essendo quest’ultima automatica: una semplificazione che ci permette di svolazzare tra le vaste lande dell’isola nella quale ci troviamo ovviando ai tempi di percorrenza che altrimenti sarebbero stati eccessivi. Tra le proposte più affascinanti del titolo di Giant Squid troviamo sicuramente quella del movimento, che ci fa sentire come se trasportati dalla corrente di un torrente in piena, che ci conduce là dove vogliamo far procedere il nostro cammino.

“Tra le proposte più affascinanti del titolo di Giant Squid troviamo sicuramente quella del movimento”È indubbio che, prima di incappare nelle boss battle, The Pathless ha bisogno di un movente dal punto di vista del gameplay, perché se muoversi e scorrazzare tra i prati, spesso ritrovandosi accompagnati da animali della foresta, è piacevole e mai noioso, dall’altro lato sarà necessario avere delle attività che inframezzino l’esplorazione: è qui che entrano in gioco gli enigmi già accennati prima. Ciascuna delle aree della nostra isola sarà abitata da un titano che sta seminando la distruzione di cui sopra, sfogando una furia cieca che si riversa su di noi e sulla nostra aquila, inerme dinanzi l’assalto del turbine sanguinolento. Per poter arrivare a sconfiggere il mastodontico essere sarà necessario irradiarlo con la luce di tre torri disseminate nell’area, con ognuna di esse che richiederà l’utilizzo dei sigilli votivi, recuperati nei diversi luoghi sacri delle terre appena percorse. È qui che si vanno a intrecciare esplorazione e gameplay, perché se avrete un numero minimo di sigilli da rintracciare, non sarete chiamati a raccoglierli tutti: starà al vostro buon cuore e alla vostra curiosità di esplorazione rintracciare quanti più sigilli possibili, in modo da potervi fregiare della palma di completisti. Privati di indicatori o mappe che vi possano aiutare a comprendere dove vi troviate, dovrete scandagliare l’intera zona affidandovi solo al vostro movimento o al volo della vostra aquila, in cerca del prossimo sigillo e della prossima area che possa consegnarvelo.

 

The Pathless

 

Tra templi oramai fatiscenti, biblioteche abbandonate ma che trasudano storia e tradizione, piccole costruzioni sull’acqua o anche mura che rievocano sentori di antiche battaglie, sarà possibile andare a riscoprire la storia del luogo leggendo le varie iscrizioni apposte su dei monoliti collocati all’ingresso di ogni struttura, all’interno delle quali troveremo il nostro enigma da risolvere: a volte si tratterà di cedere a giochi di specchi, altre volte a incoccare la freccia e scagliarla nella direzione giusta, oppure farsi aiutare dall’aquila per muovere determinati oggetti al momento più esatto. Enigmi, ma anche prove di abilità, perché a volte servirà essere tempestivi nel far girare uno specchio, oppure nell’intuire la direzione esatta verso la quale scoccare la freccia, fino a essere furbi nell’utilizzo sapiente delle fiammelle a nostra disposizione. Portare a termine un enigma sarà sempre una grande soddisfazione, premiata sia con i sigilli che con dei potenziamenti della nostra aquila, che inizierà con la possibilità di compiere un solo battito d’ali, in grado di farci salire verticalmente in cielo, ma potrà arrivare a compierne addirittura dieci.

 

The Pathless

 

Raccolti tutti i sigilli a nostra disposizione arriverà il momento di affrontare il titano di turno, che potremmo aver già incontrato nei minuti precedenti, quelli dediti all’esplorazione dell’area circostante: come detto, il suo movimento sarà condizionato da una coltre di fumo rossa, in grado di annullare i movimenti dell’aquila e di rallentare i nostri. In questa fase Giant Squid ha provato a intessere anche una trama stealth, mettendoci nelle condizioni di dover evitare la vista dall’alto del titano avversario: il colosso setaccia l’ambiente con un fare quasi da faro che illumina la strada, ma con una canonica vista a cono, il che ci aiuta nel riuscire a evitarlo. Per poter debellare il momento bisognerà raggiungere l’aquila e portarla in salvo, ma siamo dinanzi a una delle meccaniche meno riuscite di The Pathless, inserita probabilmente solo per variare il gameplay e farci assaporare un sentimento che poi scatenerà l’illuminata e interessante boss battle che di lì a poco ci vedrà protagonisti. Parliamo di sessione non riuscita perché la fase di stealth è abbastanza rozza, inficiata anche dal fatto che il titano di turno potrà teletrasportarsi in ogni dove, capitandoci anche alle spalle e costringendoci a diversi secondi di stasi nell’erba, impossibilitati a compiere dei passi in avanti verso l’aquila. Inoltre l’essere scoperti ci condizionerà soltanto nel perdere alcuni degli oggetti recuperati per potenziare il volo dell’aquila e nient’altro, vanificando il game over, che – per inciso – non abbiamo mai realmente incontrato nel corso della nostra avventura.

 

The Pathless

 

Al di là di questo aspetto, è nell’affrontare le antiche divinità che abbiamo riscontrato dei momenti di grande soddisfazione: una volta irradiato l’avversario con la luce celeste, non saremo più preda, ma predatori. Partirà quindi un’emozionante fase di caccia, nella quale dovremo mettere in campo tutto ciò che abbiamo imparato nel nostro correre tra le lande, cercando di raggiungere la bestia che ha una velocità indubbiamente migliore della nostra, supportato da delle gambe e una dimensione molto più imponente. Evitando i colpi infuocati che ci lancerà e anche di incespicare in qualche dissesto del terreno, dovremo affiancarlo e cercare di gambizzarlo con le nostre frecce, per poi dar luogo a uno scontro molto più ragionato, variegato a seconda del boss affrontato. Non siamo dinanzi a scontri difficili, ma abbiamo avuto modo di apprezzare moltissimo la resa caleidoscopica delle battaglie, tra enigmi da risolvere e ambientazioni da sfruttare a nostro favore per fronteggiare l’avversario di turno.

The Pathless ci tiene impegnati per poco meno di dieci ore, con l’obiettivo di raccogliere tutti i possibili sigilli disseminati sul territorio e anche di scoprire tutti i segreti degli anfratti dell’isola. Il viaggio della cacciatrice è reso ancora più piacevole dal fatto di poter scorrere rapidamente da un punto all’altro dell’isola, in totale libertà, con la velocità di un uccello e col battito d’ali di un’aquila. Se con Abzu ci eravamo trovati dinanzi a un titolo che non sapeva ben collocarsi a livello videoludico in un genere specifico, stavolta Giant Squid ha trovato in alcune intuizioni la propria dimensione, esaltandosi in quel ritmo unico, rapido, dinamico, ma anche in un gameplay silenzioso, elegante, preciso, mai raffazzonato e che non sognerebbe mai di lasciarsi andare a un’azione confusa e non ragionata. D’altronde l’emblema della cacciatrice è questo: affrontare con attenzione e con pazienza l’avversario contro il quale scoccare la propria freccia.

VOTO9
Tipologia di gioco

The Pathless è un’adventure game open world in cui si affrontano gli avversari soltanto con l’utilizzo di un arco.

Come è stato giocato

Abbiamo ricevuto una copia del gioco dal distributore italiano, Cidiverte.