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Il problema maggiore della produzione risiede nel ritmo, che è soporifero quando ne si fruisce da soli, semplicemente troppo lento quando si è in compagnia

Arriva su Nintendo 3DS il nuovo episodio della decennale serie

Non è la prima volta che la serie Mario Party, ormai storica, approda su console portatile. Un episodio era stato pubblicato su Game Boy Advance, un altro su Nintendo DS, quindi non è una sorpresa che anche Nintendo 3DS veda arrivare il suo, ovvero Mario Party: Island Tour, con tutte le perplessità ed i dubbi che per forza di cose si accompagnano all'arrivo di un titolo simile. I party game, storicamente, danno infatti il loro meglio quando, in compagnia di altri giocatori, nel proprio salotto, ci si sfida in varie tenzoni di fronte al singolo schermo della televisione. I puristi potrebbero quindi obiettare che spalmare la stessa esperienza di gioco sugli schermi di vari dispositivi possa portare ad esiti ben diversi e, prove alla mano, non hanno tutti i torti.

 

 

Leviamoci subito un dente: da più parti, da tempo, quando si parla di Mario Party si alza un coro unanime verso Nintendo: “implementate l'online!”. Pensare che possa essere la possibilità di giocare insieme ad altri utenti connessi via internet il modo per ravvivare una serie che, nelle ultime uscite, è apparsa un po' fiacca, è sbagliato, perché la sua essenza è il divertimento gomito a gomito, il commentare con qualche sonora pacca e fragorose risate quello che succede sullo schermo. A rimetterla su binari che maggiormente le competono potrebbe essere invece una maggiore attenzione all'esperienza di gioco in singolo, da sempre croce di ogni titolo della serie, purtroppo più del solito in questo episodio portatile.

Mario Party: Island Tour fa di tutto nel tentare di risultare appetibile anche a chi non ha a disposizione, nell'immediato, uno o più amici con i quali condividere il gioco dell'oca in salsa mariesca. L'offerta ludica si articola quindi in tabelloni che variano nelle caratteristiche ma soprattutto nelle dinamiche: questo significa che vi insiste una varietà non solo nelle regole del gioco, ma delle regole del gioco. Capiterà quindi, dopo il lancio del dado, di finire su caselle speciali, che porteranno un minigioco, un'inversione di posizioni, l'elargizione di particolari bonus, ma il peso di questi accadimenti sarà diverso a seconda del tabellone sul quale ci si troverà, perché in alcuni casi l'obiettivo sarà quello di arrivare per primi al traguardo, in altri il collezionare il maggior numero di determinati oggetti. Lo si farà a bordo di razzi supersonici, oppure scalando una montagna, tentando di evitare l'enorme proiettile Banzai Bill, o ancora volteggiando su misteriosi tappeti magici: l'inventiva tipica di Nintendo c'è tutta, mancano però adeguati sostegni in termini di gameplay.

 

 

Anche al livello di sfida facile (uno dei tre disponibili, insieme a normale e difficile) la fortuna ha un enorme peso nell'esito delle partite, in maniera eccessiva, come mai era stato nei precedenti episodi. E' questo un difetto che viene fuori fin dalle prime partite, e che purtroppo inficia pesantemente la qualità del divertimento. Il problema maggiore della produzione risiede però nel ritmo, che è soporifero quando ne si fruisce da soli, semplicemente troppo lento quando si è in compagnia. I tabelloni, all'atto pratico, non offrono molto, e la loro presentazione, ottima, nasconde purtroppo una rilevante difficoltà nel tenere viva la partita ora mediante un espediente, ora mediante un altro. Anche giocando in compagnia si fa fatica percepire quella sensazione di imprevedibilità, di piacevole tensione, tipiche della serie, e proprio non ci si riesce ad appassionare a sessioni che invece dovrebbero essere l'apoteosi della caciara. E c'è quella sensazione strana data dall'utilizzare ognuno con la propria console, anche in multiplayer, che suggerisce che non è quello il modo giusto di godere di un simile impianto di gioco.

Se siam arrivati sin qui senza parlare di minigiochi, che costituiscono il cuore dell'essenza ludica della produzione, c'è un motivo. La loro frequenza nelle partite è diminuita, in alcuni tabelloni in maniera addirittura drastica, e ciò non può far bene ad una produzione che vive di queste piccole sfide. E' doppiamente un peccato, perché la loro varietà è buona: non tutti saranno divertenti, moltissimi sono reinterpretazioni di eventi già visti in altri episodi della serie, eppure il livello medio è discreto, grazie ad alcune sfide che sfruttano le caratteristiche della console (sensore di movimento su tutte) o brillano per carisma e inventiva. Nella generale stanchezza della produzione, però, si perdono, ed allora il modo migliore per goderne è affrontare la modalità di gioco apposita, che prevede di affrontarli senza il substrato da gioco dell'oca, senza tabelloni e altre amenità. Praticamente, la mortificazione di un qualunque Mario Party.

 

 

Mario Party: Island Tour non riesce quindi nella difficilissima impresa di divertire, tramite il gameplay tipico della serie, anche su console portatile. Francamente, viene da chiedersi perché Nintendo insista nel volerci provare ancora, dopo tre esperienze, questa compresa, trascurabili: lo stesso sforzo realizzativo, perché è evidente che una certa cura sia stata riposta nel titolo, nel tentativo di dargli una struttura solida e varia così come in quello di dotarlo di un comparto tecnico all'altezza, sarebbe potuto essere speso diversamente, magari in un episodio che andasse a rimpolpare la line up di Wii U. Probabilmente arriverà in futuro, ma intanto non è questo il Mario Party con il quale ammazzare l'attesa.

Tipologia di Gioco:

Mario Party: Island Tour è un party game, un gioco dell'oca in salsa mariesca arricchito da una serie di minigiochi

Come è Stato Giocato:

La copia da recensire, scaricata dall'eShop, ci è stata gentilmente fornita da Nintendo. Abbiamo provato tutti i tabelloni e le modalità di gioco presenti.

VOTO5.5