Immortals Fenyx Rising, Ubisoft ci stupisce con la sua commedia greca | Recensione

Non sempre è importante cosa racconti, ma è fondamentale il come lo si racconta: per questo, nel momento in cui ci troviamo dinanzi all’ennesima vicenda ambientata all’epoca dei greci, ciò che ci aspetteremmo è un modo diverso di sentire la storia. Lo hanno capito in Ubisoft, con Immortals Fenyx Rising, un open world che ci ha permesso di assaporare in maniera inattesa due sorprese. Da un lato la capacità di raccontare la Grecia degli Dei dell’Olimpo in una salsa diversa, dall’altra la volontà di vanificare quella troppo facile etichetta che aveva bollato il titolo come lo Zelda di Ubisoft. Una riduzione troppo semplicistica e semplificata di quell’adventure game che il publisher francese ha messo in campo, esaltandosi in moltissimi aspetti e peccando soltanto in alcuni sporadici aspetti, che non inficiano, però, l’esperienza finale. Tuffiamoci quindi in questa esperienza epica, andando a riscrivere ancora una volta le vicende che videro impelagati gli dei greci.

 

Immortals Fenyx Rising

 

Protagonisti della vicenda, checché il titolo possa suggerire un intervento divino di Fenyx, la nostra paladina della giustizia e del combattimento, sono Zeus e Prometeo. Scesi in campo come due attori di una commedia che prevede una dicotomia tra i due ruoli, ci ritroviamo dinanzi finalmente a una rappresentazione poco austera e molto gioviale del padre degli dei, al pari di quella che Disney ci aveva offerto nel 1997 con Hercules: il cugino incatenato, condannato per aver portato il segreto del fuoco agli uomini, anticipandone i tempi dello sviluppo e della crescita (da cui il nome), veste invece i panni di saggio che, in grado di vedere il futuro, si appresta a raccontare a Zeus come sarà possibile sconfiggere Tifone, uno dei Titani liberatosi dalla sua prigionia e arrivato a seminare odio e zizzania nell’Isola d’Oro. Imprigionate le divinità principali, quindi Afrodite, Efesto, Atena e Ares, il temibile e mastodontico essere ha disseminato per tutta l’isola distruzione e i suoi scagnozzi, esseri emersi dalle porte del Tartaro, che potranno essere contrastati solo al compimento di una profezia: quella che sta per raccontare Prometeo e che vede come protagonista Fenyx.

“Immortals Fenyx Rising dimostra di avere nella scrittura la propria arma segreta”Immortals Fenyx Rising dimostra di avere nella scrittura la propria arma segretaIn un susseguirsi di battute intelligenti, brillanti, mai scontate, e con un fare molto scherzoso, in grado di alleggerire quell’epica che non vede lutti infiniti addotti agli Achei, oppure figli di divinità presentati come se fossero lucenti e splendenti, ma scherzando anche sui numerosi capricci di Zeus e del suo continuo peccare di lussuria, Immortals Fenyx Rising dimostra di avere nella scrittura la propria arma segreta. Con la capacità di trattare con grande attualità i temi più recenti (basti pensare al dialogo per presentare Ermafrodito, figlio di Ermes e Afrodite, al quale Zeus si rivolge come “genere non binario”), gli intermezzi dialogati tra i due narratori rappresentano i momenti di maggior divertimento narrativo, mentre a Fenyx e alla vicenda che la vedrà acquisire sempre più il potere e la consistenza dell’eroina della profezia vengono delegati i momenti epici, di maggior pathos. L’umorismo è spesso pungente, soprattutto nei momenti in cui Prometeo persegue l’esaltazione dei gesti della nostra eroina e il padre degli dei, invece, gradirebbe arrivare quanto prima al nocciolo della vicenda: non è un caso se, dopo pochi minuti, Zeus manda a schermo i titoli di coda inserendosi in tutti i ruoli primari della realizzazione. Un espediente narrativo che ci permette di occupare i momenti vuoti e di compensare l’esplorazione che, in assenza di un viaggio rapido onnipresente, si ridurrebbe a essere molto vacua. Invece così la soluzione è servita.

 

Immortals Fenyx Rising

 

In ogni caso se da un lato c’è questa resa molto buffa della vicenda raccontata, dall’altro non dobbiamo sottovalutare l’intreccio che spinge Fenyx a scendere in campo sull’Isola d’Oro: la ragazza ha perso il fratello, Ligirone, pietrificato dalla furia di Tifone ed è sua intenzione adesso andare a liberare le divinità, nei confronti delle quali sarà inizialmente scettica, ma che gradualmente inizierà a conoscere e a scoprire. Le mitologie dei greci vengono riproposte nelle imprese della ragazza, dai mosaici da ricostruire alle sfide disseminate nel corso dell’avventura, che chiederanno di usare l’arco come un novello Odisseo o di suonare la lira come il migliore dei musici. Il dramma dello scontro con Tifone è palpabile in più occasioni, arrivando a ottenere un bilanciamento narrativo che non ha nulla da invidiare ai migliori lavori di narrative design propostici in questi ultimi anni.

Chiarito quello che è l’intreccio narrativo, che vi fornirà momenti di ilarità e anche di approfondimento storico, passiamo al cuore dell’esperienza, che in un open world come Immortals non può che essere variegata e a tratti anche abbondante. Da vincere c’è uno scoglio iniziale, che ci porterà ad avere un impatto poco gradevole con il vasto mondo a nostra disposizione, da esplorare a piedi e senza l’ausilio di cavalcature o abilità speciali: procedendo nell’avventura, una volta vinto questo primo momento, ci ritroveremo in grado di volare, planare per lunghissime distanze e affidarci anche a cavalli alati in grado di farci coprire chilometri dell’isola, fino a sbloccare alcuni viaggi rapidi utilissimi per raggiungere i vari antipodi dell’atollo. In questo Immortals ingrana lentamente, perché quel prologo lunghissimo, del quale lo stesso Zeus si lamenta, ci costringe a quasi cinque ore di un titolo che sembra trovare poi il proprio compimento e convinzione soltanto in quello che succede dopo, quando il sipario si alza e ci ritroviamo dinanzi a un mondo totalmente diverso. Ed è lì che inizia la vera avventura.

 

Immortals Fenyx Rising

 

L’open world di Immortals Fenyx Rising non è dispersivo: Ubisoft non incappa in un errore già notato in Assassin’s Creed Valhalla, perché la mappa è composta da sette regioni, tutte ben omogenee tra di loro e con dei collezionabili e dei dungeon da affrontare in maniera non eccessiva, ma ben dosata, anche a fronte del fatto che il riciclo non è eccessivo. Inoltre le regioni si presentano tutte ben caratterizzate e pittoresche, dal design florido e rigoglioso del mondo di Afrodite fino alla distruzione rupestre di Ares, arrivando alla roccia spoglia e vulcanica di Efesto, in attesa delle porte del Tartaro, mefitiche e purulente. Tra combattimenti all’arma bianca e abilità che rievocano le capacità degli dei, ci ritroveremo anche a godere dell’aspetto più interessante dell’intero gameplay di Immortals Fenyx Rising, ossia quel puzzle solving che ci terrà impegnati in tutte le missioni a nostra disposizione, da quelle principali a quelle secondarie. Al di là dei rompicapo che ci chiederanno di ricomporre i mosaici oppure di inanellare una serie di bersagli con le frecce di Apollo, riaccendere la fucina di Efesto richiederà un lavoro di intuizione, ritrovarsi ad addentrarsi nei meandri delle rupi dell’isola pretenderà un impegno anche fantasioso per comprendere quale possa essere la soluzione. Immortals Fenyx Rising non la fornisce praticamente mai, ma ce n’è una che gioca con le meccaniche di design proposte dal gameplay: starà a voi trovarla e sfruttarla.

E in questo le Cripte del Tartaro, dei dungeon che provano a fare il verso ai Sacraci di Zelda, in quello che è l’unico parallelismo fattibile con l’ammiraglia di Nintendo, si dimostrano in grado di indicare la strada. Nessuno di loro è mai inutilmente complesso, mai troppo lunghi e sempre pronti e attenti a mettere in pratica le vostre abilità di problem solving e di saper affrontare la sfida, portandovi alla soddisfazione finale del raggiungimento dell’obiettivo. Ovviamente anche in tal senso avrete la possibilità di addentrarvi solo nelle Cripte necessarie al compimento della trama principale, che potrebbe portarvi via poco più di venti ore di gioco: in alternativa, preparatevi a sfiorare le cinquanta ore di divertimento assicurato, tra prove di abilità ed esplorazione.

 

Immortals Fenyx Rising

 

Passando invece all’aspetto del combattimento è facile dire che Immortals Fenyx Rising non propone niente di innovativo, ma non per questo poco stimolante: alla base della proposta ludica troviamo un molto semplice concetto di stordimento dei nemici, fondamentale per avere la meglio sui bestioni che Tifone manderà contro di noi, a partire dai ciclopi e dagli Spettri, che rappresenteranno i più grandi eroi dell’epica greca sotto forma di fantasmi, da Odisseo ad Achille e così via. Ogni avversario avrà una doppia barra, tra salute e resistenza: se il vostro primario obiettivo sarà quello di ridurre a zero la prima, provare a riempire prima la seconda sarà fondamentale per avere un vantaggio di qualche secondo e avere la meglio sull’avversario di turno, altrimenti da ingaggiare con un attento sistema di schivate, parate e contraccolpi. Non sempre vincenti, sia chiaro. Il grado di sfida, soprattutto se affrontata l’avventura alla modalità più alta di di difficoltà, è appagante, il game over non vi mancherà, ma progredendo nell’avventura vi ritroverete a sbloccare numerosi poteri e benedizioni divine che vi verranno incontro.

“Il combattimento si è dimostrato a più riprese affascinante per il suo poter essere approcciato in diversi modi”Sebbene il moveset non sia estremamente variegato, tanto da portarvi spesso a uno smash button eccessivo, il combattimento si è dimostrato a più riprese affascinante per il suo poter essere approcciato in diversi modi: come detto, l’utilizzo di abilità divine vi aiuterà a stordire più rapidamente gli avversari, così come l’intervento, dopo poche ore, di Fosforo, un uccello che inizierà ad accompagnarvi nella vostra avventura e potrà essere usato come arma contro gli avversari, vi permetteranno di avere sempre approcci variegati ai combattimenti. Non sempre le hitbox si sono rivelate funzionali e la telecamera in alcuni casi non ci è venuta incontro, così come, purtroppo, dopo una decina di ore la ripetitività inizia a essere di casa: un problema soprattutto alimentato dal fatto che Immortals inizierà a proporci lo stesso schema, gli stessi avversari e le stesse tipologie di nemici, dai minotauri ai ciclopi, da Achille a Odisseo.

Immortals Fenyx Rising si dimostra impeccabile anche dal punto di vista tecnico: su PlayStation 5 i caricamenti sono ridotti all’osso, presenti esclusivamente all’ingresso e all’uscita delle cripte o prima di un viaggio rapido. Al di là di questo aspetto, sicuramente valido, l’estetica dei colori è innegabile, così come la scelta di un design cartoonesco piuttosto che realistico ha reso molto più facile la modellazione poligonale, che a tratti si concede qualche forma più affusolata o spigolosa, senza stare troppo a guardare il dettaglio. I toni della produzione, d’altronde, non sono mai troppo seriosi e ritrovarsi dinanzi a delle scelte vivaci e colorate è quello che ci aspettavamo di più. Esplorare l’Isola d’Oro sarà un vero piacere, soprattutto dopo aver sbloccato abbastanza resistenza per usare le Ali di Icaro a più non posso.

 

Immortals Fenyx Rising

 

Chiudiamo segnalando anche la presenza della giusta, anche se poco sviluppata, componente ruolistica: tra il recupero dell’ambrosia, dei fulmini di Zeus e dei materiali rilasciati dai nostri avversari, avremo la possibilità di potenziare la nostra salute, la resistenza e anche il nostro equipaggiamento. In maniera molto semplicistica Ubisoft ha preferito permetterci di potenziare lo slot dell’arma, non la spada in sé, ad esempio, così da evitarci un sistema molto più farraginoso di progressione del nostro armamentario: una scelta sicuramente intuitiva, ma che vanifica la proposta dell’inventario, mai realmente influente sulla nostra avventura. Andare a potenziare la macro categoria, quindi, potrà sembrare comodo, ma a lungo andare vanificherà la capillarità del battle system, già di per sé ripetitivo. Ne giova l’azione, che diventa molto più fluida, ma ne risente tutto ciò che spingerebbe Immortals verso l’essere un gioco di ruolo, che inevitabilmente, però, non può essere, mancando tutta la progressione del personaggio stesso, le cui statistiche sono legate all’equipaggiamento.

 

 

Immortals Fenyx Rising è un titolo molto affascinante, tra le più gradite sorprese di quest’anno: l’impianto narrativo è complessivamente premiato, per una scrittura molto illuminata e gradevole, così come l’intera resa dell’Isola d’Oro e dell’esplorazione in sé. Il titolo di Ubisoft non è dispersivo, non vi getta in un mondo talmente grande da annullare la voglia di setacciare l’ambiente: il tutto assume le dimensioni di una commedia da vivere in prima persona, godendosi le proposte avanzate dal team di sviluppo, accettando un battle system un po’ ripetitivo e una componente ruolistica non sempre di prim’ordine. Tutti problemi che, in un certo qual senso, possiamo anche tralasciare.

VOTO8,5
Tipologia di gioco

Immortals Fenyx Rising è un adventure game open world con un piccolo cenno di componente ruolistica.

Come è stato giocato

Abbiamo ricevuto una copia del gioco da Ubisoft, publisher del titolo.