Il supplente di Lisa decise l’equilibrio tra sentimento e umorismo in I Simpson

Questo articolo è parte della rubrica Tutto quello che so dalla vita l’ho imparato da I Simpson in cui ogni settimana rivediamo, raccontiamo e celebriamo i 50 episodi della serie che riteniamo più significativi.

Qui trovi la lista completa.

Il supplente di Lisa – I Simpson, seconda stagione, episodio 19

LISA (ad Homer): “BABBUINOOOOO!!”
BART: “Wow! Qualcuno doveva dirlo prima o poi ma non pensavo sarebbe stata lei”

simpson il laureato

C’è una ragione se la scuola in I Simpson è così terribile.

Gli anni ‘80 sono stati un momento di profonda revisione dell’educazione scolastica americana, specie per quanto riguarda la scuola elementare (che non è esattamente come la nostra ma più o meno copre gli anni tra i 6 e gli 11).
Nel 1984 4 studi indipendenti confermarono un problema gigantesco riguardo gli insegnanti: tra il 1973 e il 1983 si era dimezzato il numero di diplomati che avevano deciso di intraprendere la professione. Erano calati i compensi mentre professioni più redditizie erano alla loro portata e le donne (storicamente una quota maggioritaria del corpo insegnante) avevano più opportunità lavorative in altri campi. Lo studio evidenziava anche come la paura di azioni legali in caso di licenziamento teneva sul posto di lavoro una classe insegnante pessima e, di contro, questo allontanava i migliori.

Quando in quell’anno gli insegnanti di 36 stati furono testati i risultati furono terribili. A Houston ad esempio il 62% fu bocciato nella parte di lettura e comprensione, il 46% in quella di matematica e una buona quota fu bocciata per aver copiato.

In questo contesto, da queste notizie e a partire da questo dibattito pubblico nasce la visione della scuola espressa nelle prime stagioni di I Simpson. Senza contare le esperienze personali degli sceneggiatori. Del resto la critica di tutte le istituzioni pubbliche è una delle colonne della visione del mondo dei Simpson. Non c’è episodio che preveda la polizia in cui non ci sia una battuta sulla corruzione o sull’incompetenza, non c’è scena a scuola che non sottolinei l’impreparazione e l’approssimazione gestionale e didattica. Ma mai come in Il supplente di Lisa è stato preso di mira il sistema scolastico in tutta la sua fallacia: capace di mantenere il peggio, allontanare il meglio e promuovere gli insegnamenti eticamente più abietti negli studenti.

simpson bergstrom western

La premessa è semplicissima: la signorina Hoover entra in classe piangendo (e già è stupendo che Lisa vedendola mormori tra sé e sé “Dio, è stata mollata di nuovo”, aprendo un mondo intero in una frase, uno che non sarà esplorato ma già dice tutto su come siano andate le cose fino ad ora), annuncia di avere la malattia di Lyme e di doversi ricoverare. In seguito si scoprirà essere solo un male psicosomatico. A sostituirla arriva un supplente, annunciato da qualche nota western e dalla sua silhouette come fosse Il cavaliere della valle solitaria che arriva in città provvidenzialmente. E provvidenziale lo è davvero. Quell’insegnante incredibilmente bravo farà non solo innamorare Lisa ma le mostrerà un lato del mondo che nessuno le aveva fatto vedere prima. Parallelamente l’altra trama della puntata vede Bart correre nell’elezione a capoclasse contro il primo della classe Martin, in una parodia delle elezioni che pare scritta quest’anno invece è del 1991 (c’è anche la richiesta di un riconteggio delle schede).

simpson anarchy

Già solo all’arrivo Skinner non capisce come mai il supplente sia vestito da cowboy e lui sarà costretto a spiegargli che è un modo di catturare l’attenzione dei ragazzi. Sono passati pochi secondi ed è già evidente che mr. Bergstrom sia su un altro pianeta rispetto al resto della scuola: anticonvenzionale nei modi e tempestoso nella passione per l’insegnamento come Robin Williams in L’attimo fuggente, uscito nelle sale solo due anni prima, nel 1989. La cosa è evidente quando, ritornata, la signorina Hoover chiederà “Ma cosa vi ha insegnato?!” e Lisa risponderà scappando in lacrime “Che la vita va vissuta!”.
Siamo solo alla seconda stagione, è la prima volta che viene veramente affrontata la classe di Lisa, quindi è qui che nascono personaggi immortali come Ralph Winchester.

lisa class bergstrom

L’episodio è anche il primo ad avere una vera star che si presta a doppiare. I doppiatori eccezionali sono parte di I Simpson fin dalla prima stagione, ma solo dopo il successo del primo anno salgono di categoria. Nella seconda stagione arrivano Tony Bennett, Jon Lovitz, Danny DeVito e James Earl Jones, ma Dustin Hoffman è il primo premio Oscar (la seconda statuetta l’aveva appena vinta per Rain Man nel 1989) a prestarsi. Così inusuale era la cosa che Hoffman non voleva essere associato ad un cartone ed usò lo pseudonimo semitico Sem Etic. La sua è una prestazione pazzesca. Raramente in I Simpson un doppiatore ha fatto così tanto la differenza. Questo più di molti altri è un episodio da vedere in lingua originale. Il gioco di rimbalzi con Lisa è fatto tutto di sottotesti e variazioni vocali. Meraviglioso.

martin truman simpson

Così mentre Lisa viene introdotta ad un’idea diversa di vita intellettuale, durante le elezioni a capoclasse Bart scopre la propria popolarità (esattamente come Donald Trump parte dallo spettacolo e capisce che può fare politica). Martin è il candidato del sistema, appoggiato dalla signora Caprapall vergognosamente, Bart è quello popolare che piace, disposto ad andare senza remore verso il peggio e schiacciare l’avversario dicendo solo quel che conviene o che strappa applausi. Non ha un programma, non ha niente, fa solo appello alla pancia. Mentre Lisa gioca una partita etica al rialzo, solo un piano sopra Bart, in un trionfo di citazioni di foto e momenti noti dalla politica americana, la gioca tutta al ribasso ma l’idea che ne esce è sempre la stessa (in un’inquadratura geniale sono messi a confronto con un “movimento di macchina” verso l’alto). Il risultato delle elezioni sarà infatti terribile, quasi nessuna affluenza e la vittoria di Martin, ma la signora Caprapall esulterà lo stesso senza preoccuparsi che solo due persone abbiano votato.

simpson bart lisa bergstrom

L’idea di tutto quest’episodio era di James L. Brooks, produttore storico di I Simpson. Brooks ha sempre un po’ contribuito alle puntate ma, a detta dei coinvolti, mai come in questo caso e si vede. James L. Brooks da sceneggiatore è stato maestro di sentimentalismo in film come Voglia di tenerezza e Qualcosa è cambiato, ha una sensibilità pazzesca. Esempi ne sono il momento bellissimo in cui Lisa, dopo non aver voluto suonare il sax per l’insegnante davanti a tutti, lo vede rifiutare le avances di Edna Caprapall (in un’esplicita citazione di Il laureato) e dal giardino suona per lui. Come sempre quando nelle prime stagioni Lisa suona il sax per esprimere un sentimento la melodia è stupenda, fa tutto il lavoro raccontando una sensibilità che il resto dei dialoghi e delle immagini non riescono ad esprimere. Lo si sente nel video qui sotto a 0.40

Ad ogni modo il principale responsabile della puntata è Jon Vitti, uno degli sceneggiatori cardinali delle prime stagioni, quasi sempre al lavoro sulle puntate che riguardano Bart e Lisa. E se quando c’è Bart di mezzo la questione è sempre morale, quando c’è Lisa è sempre politica. In futuro Lisa diventerà la maniera per la serie di raccontare i contrasti sociali più grandi, qui è all’opera su qualcosa di più sofisticato.
La scrittura di quest’episodio in particolare arrivò in un momento particolare, quando il team si stava rendendo conto della popolarità della prima stagione di I Simpson e soprattutto di quel che potevano fare con la comicità. Il salto in questo senso tra prima e seconda stagione è pazzesco (l’umorismo diventa molto più presente e ambizioso) e quello tra seconda e terza anche sarà di nuovo fortissimo per poi assestarsi su quei livelli almeno fino all’ottava, ma arrivare a quest’equilibrio non fu scontato. Una parte dello staff voleva marginalizzare il sentimentalismo, un’altra invece non voleva dare libero sfogo ad un umorismo onnipresente. Questa fu la puntata che mise tutti d’accordo. Che mostrò quale fosse il potenziale emotivo e come poteva lavorare in armonia con l’umorismo. In un certo senso è un episodio che è diventato punto di riferimento.

Come entra nella vita di Lisa mr. Bergstrom ne dovrà uscire e il dialogo alla stazione, in lingua originale, è struggente, recitato benissimo con un equilibrio tra dramma e ironia (“Se non le dispiace correrò accanto al treno che la porta via da me”). Di nuovo una serie più ordinaria avrebbe usato l’arrivo e la partenza come poli sentimentali, I Simpson fanno di più. La storia di mr. Bergstrom serve un altro scopo: definire il rapporto tra Lisa e Homer.
Il punto realmente drammatico è che Lisa ha obiettivamente ragione a disperarsi per la partenza dell’unica figura a lei simile di tutto il suo mondo, la puntata non fa che rimarcare la distanza tra quei due e il resto dei personaggi, specie rispetto ad un padre che fa di tutto per non accompagnarla ad un museo e non capisce niente di lei. L’affinità elettiva che per la prima volta scopre di poter avere, lo stimolo che per la prima volta riceve e la speranza di una vita intellettuale migliore sono caratteristiche che la rendono diversa, ma con questo insegnante non lo era, anzi era premiata.

Tuttavia con grande sapienza l’episodio mostra Lisa come una snob desiderosa di definire se stessa tramite i propri consumi culturali raffinati e mr. Bergstrom come una persona più intelligente, capace di comprendere che non c’è da disprezzare qualcuno come Bart che fa le sue bravate (“Un giorno ti mancheranno” le dice). Risolvere un episodio simile era difficilissimo, perché non c’è niente di lieto nel rimanere di nuovo sola e non c’è un modo in cui Lisa possa conciliarsi con Homer. Per questo stupisce così tanto quando la riconciliazione prende la via dell’irrazionale: padre e figlia che hanno un terreno comune nell’affetto più scemo, nel fare i cretini, senza argomentazioni, solo facendo ridere.
In un classico simpsoniano poi, subito dopo Homer andrà da Bart a consolarlo per la sconfitta ma lo farà malissimo, dicendogli che tanto non si viene pagati a fare il capoclasse né ci sono vantaggi diretti, quindi è meglio che lo faccia un altro.