Gli incubi di Twin Peaks sono popolati di voci al contrario, stanze dai motivi geometrici arredati con tendaggi teatrali. Ci sono omicidi, logge nere ed entità cosmiche. Ma soprattutto c’è BOB. Un volto che si stampa indelebile ogni volta che un neofita osserva la sua terrificante apparizione. Il letto di casa, un oggetto caldo, rilassante, in cui abbandonarsi al sonno, ha lasciato libero il mostro che vive al di sotto.

Quasi a condividere la sorte dei personaggi di Twin Peaks anche l’attore Frank Silva è stato legato per tutta la sua vita al personaggio. Un “doppio” artistico, un carattere fittizio che gli ha lanciato la carriera e al contempo l’ha imprigionato. Frank Silva era quanto di più distante da BOB. Era all’opposto del suo personaggio: un tipo solare, allegro, vitale e consapevole del suo aspetto inquietante con cui amava giocare.

Ma chi era Frank Silva fuori dal set? Qual è la sua storia di successi e crisi finita tragicamente troppo presto?
Il sito web Welcome to Twin Peaks ha pubblicato un toccante ricordo dell’attore redatto dall’amico Henry Lewis. I due si sono conosciuti proprio sul set dell’opera di David Lynch.

Frank Silva, attore per caso

Nonostante BOB sembri scritto proprio per calzare il volto del suo interprete, Frank Silva incrociò il ruolo quasi per caso. Lavorava nel mondo della televisione desideroso, come tanti suoi colleghi, di riuscire un giorno a sbarcare il lunario. Nel frattempo si manteneva lavorando sui set come parte della film crew che lavorava dietro le quinte.

Come noto David Lynch vive il cinema non come un elenco di scene e inquadrature da “portare a casa” in giornata, ma come un processo collaborativo, creativo, e a tratti folle. Per questo spesso accadono intuizioni geniali fuori dal programma. Il lavoro di Frank sul set di Twin Peaks consisteva nel sistemare il set spostando le parti della scenografia per ottenere l’effetto migliore in camera. Era un lavoro che gli permetteva di usare il suo talento creativo restando al centro dell’azione. A volte fin troppo. Poco prima di un ciak David Lynch lo vide infatti vicino al letto di Laura Palmer, intento a rifinire gli ultimi dettagli e sistemare le coperte. Il regista gli chiese di non muoversi e guardare la cinepresa. Fu una folgorazione. Aveva trovato il suo killer BOB.

Il volto giusto, nella posizione giusta, occhi indecifrabili, lontani, che Lynch riuscì a catturare facendolo entrare nella nella storia della televisione.

La personalità

Secondo la testimonianza dell’amico Henry, Frank Silva non era affatto come il suo personaggio. Aveva un carattere solare, era pieno di energie. “Era impossibile essere in un gruppo senza che Frank diventasse il centro dell’attenzione tanta era la sua esuberanza”.

Un volto del genere non poteva passare però inosservato. Quando nel 1989 la troupe iniziò a lavorare al pilota di due ore di I segreti di Twin Peaks Frank Silva e altri dovettero andare a Vancouver. Mentre si avvicinavano alla dogana il gruppo scherzava con l’attore dicendogli di togliere gli occhiali dal momento che avrebbe spaventato l’ufficiale con la sua “faccia da spacciatore”. Le risate finirono presto quando faticarono a convincere i doganieri che il loro era un viaggio di lavoro. Probabilmente inquietati dal suo volto, gli ufficiali costrinsero il gruppo ad un’ora di interrogatorio sui “veri” motivi del loro viaggio in Canada.

Frank sognava di poter visitare il Giappone grazie al tour promozionale di Twin Peaks. La serie era infatti, a sorpresa, riuscita a conquistare quel pubblico. Con i primi ruoli di attore si trasferì a Silver Lake, un’area di Los Angeles dai costi proibitivi. Amava ospitare gli amici in cene dove li intratteneva con il suo senso dell’umorismo e con balli di flamenco che molto amava.

Il declino e la morte

Frank e l’amico si persero di vista dopo la fine delle riprese di Twin Peaks. Era riuscito a realizzare il suo sogno di vedere il Giappone, ma Hollywood l’aveva messo da parte. Non era riuscito a trovare altri ingaggi di peso una volta lasciata la fantasia di Lynch.

Nel 1994 Frank era irreperibile, ingoiato da Los Angeles in una profonda crisi finanziaria e personale. Gli era stato diagnosticato l’HIV ed entrò in una depressione profonda. Visse per un periodo in una condizione vicino a quella dei senzatetto, per strada e senza denaro. Ritornò in seguito a vivere a casa della madre in un piccolo paesino che però non aveva le strutture per curare la sua malattia.

Gli amici riuscirono a rintracciarlo e gli trovarono un luogo in cui stare a Seattle, dove poteva ricevere l’assistenza necessaria. Frank venne trovato morto nel proprio appartamento qualche tempo dopo, nel 1995.

I pochi anni di successo non lo lanciarono nell’Olimpo delle stelle, ma gli permisero di realizzare alcuni sogni personali. E soprattutto le sue poche apparizioni, il suo esiguo screentime, non furono un limite alla potenza del suo volto. Quello sì, che entrò nella storia dell’audiovisivo e nell’immaginario collettivo. Si impossessò dei brividi di notte, quando cala la luce e, prima di chiudere gli occhi, guardiamo in fondo al letto.

Cosa ne pensate dell’interpretazione di BOB fatta da Frank Silva? Fatecelo sapere nei commenti