Giunti alla prima metà delle più recenti stagioni dei quattro show televisivi dell’Arrowverse, possiamo stilare le prime pagelle di quanto abbiamo visto in Arrow, The Flash, Legends of Tomorrow e Supergirl.

Complessivamente, l’universo televisivo della DC Comics continua a “tenere botta”, dimostrando una sempre buona pianificazione a medio/lungo termine, al netto di difetti che sembrano diventare sempre più congeniti, in alcune produzioni più che in altre. La capacità di strutturare una realtà condivisa in maniera fluida e ragionata – andando persino a inglobare una serie TV nata su un altra piattaforma – sta dando i suoi frutti, alcuni più succosi di altri: questo è motivo di plauso, anche facendo un forse spietato confronto con quanto sta avvenendo sul grande schermo per i supereroi della DC, con un universo cinematografico che sin dalla sua origine, stenta a decollare.

 

MENZIONE SPECIALE

La doverosa menzione speciale, in funzione di quanto abbiamo visto, va sicuramente a tutte e quattro le serie TV contemporaneamente: il crossover in quattro parti tra queste, intitolato Crisis on Earth-X, è forse il risultato migliore mai raggiunto dall’Arrowverse, in termini di bontà qualitativa. L’epica saga ha visto andare in scena uno scontro tra i protagonisti degli show e le loro controparti malvagie provenienti da un’altra realtà del Multiverso, quella di Terra-X, un mondo nazista dove la II Guerra Mondiale è stata vinta dalle forze guidate da Adolf Hitler, capace poi di dar vita a un regime globale ereditato dall’Oliver Queen di questa dimensione.

I supervillain di Terra-X giungono poi su Terra-1 alla ricerca di una cura necessaria per salvare la vita di uno di loro, con gli eroi dell’Arrowverse intenti a combattere una delle battaglie più dure di sempre in nome della libertà.

Trovate le nostre recensioni di seguito:

 

SUPERGIRL

La terza stagione di Supergirl, purtroppo, sta complessivamente deludendo, specie se messa al confronto con la precedente annata (la prima prodotta direttamente da The CW). L’epilogo della seconda stagione, infatti, ha privato la protagonista del suo amante, Mon-El, il catalizzatore capace di amplificare la sua umanità – a conti fatti, il suo super potere più importante – cosa che la rendeva un personaggio a tutto tondo.

Ciò ha comportato un grosso cambiamento per Kara, decisa ad abbracciare maggiormente la sua natura aliena, tramutandosi così in un nuova e poco convincente versione di se stessa. La stessa trama della terza stagione pare molto spesso essere senza mordente, con una main villan – Reign – finora poco convincente. Non è un caso, dunque, che il migliore episodio della prima parte della nuova annata si dimostri essere il sesto, intitolato Midvale: questo capitolo funge infatti da momentanea parentesi dalla storyline principale dello show, con la protagonista che, assieme alla sorella, fa un salto nel passato, tornando alle sue origini. Ecco che dunque in questa breve pausa ritroviamo molti degli elementi narrativi perduti nel corso della terza stagione.

È invece molto difficile scovare l’episodio peggiore, vista l’abbondanza di candidati, Simbolicamente, dunque, scegliamo il nono nonché midseason finale, intitolato Reign: è qui che va in scena il primo chiassoso round con la terribile avversaria kryptoniana di Supergirl, in un capitolo dalla trama scontata e confusa, con soluzioni narrative raffazzonate. Lo stesso main villain di questa stagione ci appare finora poco convincente, sia in termini di caratterizzazione che di design.

Trovate la recensione dei due episodi di seguito.

The Flash 4x02

THE FLASH

La quarta stagione dello show del Velocista Scarlatto dell’Arrowverse è stata foriera di grandi novità per il personaggio e il suo cast di supporto, praticamente tutte promosse. Contrariamente alle precedenti annate, questa volta, Flash non deve vedersela con l’ennesimo avversario con poteri speculari ai suoi, ma con il Pensatore, un villain tutto fuorché veloce – è ancorato a una sedia a rotelle, per quanto tecnologica – la cui più grande arma è la sua mente: dunque, per Barry Allen è giunto il momento di dimostrare di poter essere più veloce del pensiero di quello che è quasi sicuramente l’uomo più intelligente al mondo. Il protagonista deve dunque imparare che in alcuni casi non può essere sufficiente correre.

Grandi colpi di scena e soluzioni narrative interessanti – specie a livello di intreccio – stanno rendendo la quarta stagione di The Flash un prodotto piuttosto accattivante. Sorprende, infatti, come gli autori dello show abbiano deciso di rivelare quasi immediatamente l’identità segreta del Pensatore, non solo agli spettatori, ma anche agli stessi protagonisti, dando così vita a dinamiche praticamente inedite per questa serie TV. Progressivamente, Barry si è trovato sempre più intrappolato in una virtuale e mortale partita a scacchi, con il suo avversario che nel midseason finale sembra aver fatto “scacco matto”.

Inoltre, sono molto apprezzabili sia le introduzioni di nuovi personaggi – Elongated Man su tutti – che i progressivi cambiamenti di status quo andati in scena finora. Come miglior episodio, non senza difficoltà scegliamo il settimo, intitolato Therefore I Am, nel quale il Pensatore ci viene presentato in tutto il suo machiavellico genio. La scelta del peggiore è invece molto facile: stiamo parlando del quinto episodio, intitolato Girls Night Out, che rappresenta un’orrida e insensata parentesi nella quale le trame principali sono inspiegabilmente messe in pausa al fine di presentarci una scialba storia con protagonista assoluta Iris West.

Trovate la recensione dei due episodi di seguito.

 

LEGENDS OF TOMORROW

Giunta alla sua terza stagione, Legends of Tomorrow si conferma essere uno degli show più assurdi – nell’accezione più positiva del termine – del piccolo schermo, specie prendendo a campione quelli di genere “cinecomics”. Cavalcando un’onda vincente sorta quasi inaspettatamente nella seconda metà della precedente annata, gli autori sembrano aver compreso che l’unico modo per rendere credibile e interessante questa serie TV è quella di fare qualsiasi cosa, purché prendersi sul serio.

Ed ecco che le Leggende sono divenute degli anti-eroi bizzarri, totalmente imperfetti e quasi caricaturali. Da qui, è tutto quasi venuto da sé, con dinamiche narrative sempre più inattese e per questo originali. Certo, Legends of Tomorrow è sempre un azzardo, e il “gioco” a cui si è dato il via è rischioso e nel lungo termine potrebbe collassare su se stesso, ma per ora è lecito godersi uno show oggettivamente povero – in termini di mezzi, cast, budget – ma che sa sfruttare al meglio le sue potenzialità, giocando con lo spettatore in quella che è una grande farsa.

Personaggi a spasso nel tempo che loro stessi hanno sostanzialmente devastato, decisi ad aggiustare le cose senza mai riuscirci del tutto: gli elementi narrativi che la stessa Storia offre sono praticamente infiniti, e finora quasi sempre ben sfruttati. Se a ciò si aggiunge un approccio spesso citazionista e altrettante volte parodistico nei confronti di grandi classici della Nona Arte, ecco che abbiamo tutti gli elementi di una ricetta di successo.

Come miglior episodio della terza stagione abbiamo quindi scelto il quarto, intitolato Phone Home, che fa dichiaratamente il verso alla pellicola E.T. – L’extraterrestre, dando vita a una storia allucinante quanto divertente, e quindi a un istant classic che rimarrà nella nostra memoria per sempre. Al netto delle suddette osservazioni, è difficile trovare un peggior episodio, e quindi abbiamo optato per una scelta simbolica: il momento più “fiacco” della terza stagione di Legends of Tomorrow è quindi proprio la season première, intitolata Aruba-Con, dato che da quel momento in poi è stato sostanzialmente tutto un crescendo.

Trovate la recensione dei due episodi di seguito.

Arrow

ARROW

Non giungono buone notizie, infine, dal fronte Arrow, show giunto alla sua sesta stagione. Qualcosa, infatti, sembra essersi spezzato, e ciò si traduce in una serie TV le cui trame hanno un andamento spesso stanco, andando a riciclare elementi narrativi oramai troppo inflazionati. Il protagonista Oliver Queen si trova infatti a dover gestire contemporaneamente un triplice ruolo, quello di vigilante mascherato, sindaco e adesso anche padre. La coesistenza di questi tre aspetti della vita del protagonista è dunque insostenibile, con ognuno di questi costantemente a rischio. Oliver ha quindi dovuto fare della scelte, che a oggi non hanno pagato, in primi il rinunciare a maschera e arco, passando il testimone a John Diggle.

Ovviamente niente è andato come previsto, e il protagonista è dovuto tornare più di una volta sui suoi passi. Il tutto è sempre molto poco convincente, nonostante tutte le nuove trovate degli autori, funzionali sulla carta a dare degli scossoni a una storia che oramai arranca, trascinandosi su se stessa. In caso non ci fosse una – improbabile – inversione di rotta, speriamo che non si arrivi all’accanimento terapeutico, e si stacchi quindi dignitosamente la spina ad Arrow.

Come miglior episodio ne abbiamo scelti due, vale a dire quelli che compongono la storia dedicata a Deathstroke e suo figlio: non è un caso, infatti, che Deathstroke Returns e Promises Kept rappresentino i momenti migliori della sesta stagione di Arrow, visto che stanno a rappresentare il momentaneo abbandono, in senso ideologico quanto fisico, delle trame principali dello show, proponendo una storia sostanzialmente auto-conclusiva che vede il protagonista tornare a operare con il suo miglior nemico/amico.

Imbarazzo della scelta, invece, per scovare il peggior episodio: l'”ambito” premio va comunque senza dubbio al nono capitolo e midseason finale, intitolato Irreconcilable Differences. In tre parole: un episodio indegno.

Trovate la recensione dei tre episodi di seguito.