The Investigation: la recensione della serie Sky

The Investigation, miniserie danese trasmessa da Sky a partire dal 15 marzo, è basata su un caso di cronaca probabilmente molto conosciuto in patria. Su questa premessa si basa forse la decisione di trarre dalla vicenda una ricostruzione che sia la più asciutta e rigorosa possibile. The Investigation è un true crime parlato, argomentato, che racconta l’efferatezza senza mai cedere alla morbosità. Il passo lento e analitico con il quale è raccontata la storia potrebbe affaticare la visione degli spettatori, ma va riconosciuto a questo poliziesco di cercare una strada diversa rispetto al solito.

La storia raccontata è quella del cosiddetto “caso del sottomarino”, e basta questa dicitura a informarci sul fatto che, appunto, il fatto in Danimarca è abbastanza conosciuto. Il punto di vista principale sulla vicenda è quello di Jens Moller, capo della sezione omicidi di Copenaghen, che si trova a indagare su un evento davvero peculiare. Un sottomarino è affondato, e dei due passeggeri a bordo – l’inventore del mezzo e una giornalista, Kim Wall – solo il primo è stato ritrovato. La versione sugli eventi non convince, e la polizia inizia a indagare, anche per dare delle risposte certe ai genitori della giornalista.

The Investigation, diretto da Thomas Lindholm, ricorda il cinema sul giornalismo d’inchiesta, quello fatto di lunghe conversazioni, scartoffie, intoppi burocratici, lavagne piene d’appunti. Tutto questo c’è, ma è applicato al puro campo d’indagine da parte delle forze dell’ordine. E si tratta di ricerche condotte inevitabilmente anche sul campo. Sono coinvolti sommozzatori, si scandagliano le profondità del mare per trovare eventuali resti, ma tutto ritorna sempre alla discussione e al dibattito. La serie – che vede nel cast anche il Pilou Asbæk di Game of Thrones – porta avanti una concreta rappresentazione dei principi più saldi della giustizia: la certezza del diritto, la difesa dell’imputato fino a prova contraria, il dubbio legittimo.

Per farlo non bara mai, ci dice che è dovuto, auspicabile che il percorso della giustizia sia complesso e richieda duro lavoro. Perché solo così potrà rispondere a quegli ideali che si prefigge di difendere. Ideali che dall’altra parte si specchiano nella straordinaria dignità umana dei due genitori di Kim Wall, figure fondamentali per capire il vero senso di questa serie. The Investigation è quasi una serie a tesi che utilizza un fatto reale, ma che da quello stesso fatto scarta – l’imputato non si vede mai – perché più che dell’indagine le interessa parlare dei meccanismi e dei principi che la reggono. Certo, il ritmo è lento, la storia non è certo incalzante, ma lo scopo della serie era un altro.