In molti aspettavano il risultato di queste elezioni in Scandal, non fosse altro per bilanciare in qualche modo il complesso momento storico che stanno vivendo gli Stati Uniti dopo l’elezione di Donald Trump, ma il dramma politico/soap firmato Shondaland è riuscito in parte a ricalcare la realtà ed in parte a superarla rendendola persino più orribile e spaventosa. Nonostante infatti il pieno appoggio della Casa Bianca e del suo ex marito fedifrago, Mellie (proprio come una certa Hillary Clinton che forse avrete sentito nominare) perde clamorosamente la corsa alla presidenza in una realtà parallela in cui la California, e nello specifico la Contea di San Berdino, fanno da definitivo ago della bilancia per le elezioni. L’America dimostra così, anche nella finzione televisiva, di non essere pronta a cedere il potere alle donne e anche se gli autori hanno chiarito di aver scritto questo episodio ben prima del risultato delle vere elezioni presidenziali, il fatto che persino in una fiction non ci sia posto per un mondo tanto evoluto da dare maggiore potere politico al sesso femminile, trasmette un certo senso di tristezza. La sconfitta, nonostante i pronostici, viene annunciata e Mellie ha qualche difficoltà ad accettarla, esattamente come Olivia, fino a che la sua ex nemica preferita non la affronta a muso duro obbligandola ad affrontare la realtà, a telefonare al nuovo Presidente eletto Vargas e congratularsi – graziosamente – per la vittoria. Sia agli spettatori che alle due protagoniste viene dato davvero poco tempo per far sedimentare la sconfitta, perché pochi secondi dopo, durante il discorso di ringraziamento di fronte ad una festante folla di elettori, Vargas viene ucciso, raggiunto da tre colpi di fucile in diretta televisiva nazionale.

Da quel momento in poi Olivia entra in modalità di attacco e, dopo un breve incontro con lo psyco-papà Rowan Pope, che asserisce senza ombra di dubbio che Vargas è stato ucciso per volere ed ordine di Cyrus Beene, cerca in tutti modi di dimostrare a Fitz la sua teoria. Il Presidente nel frattempo ha non pochi grattacapi da risolvere, l’uomo che ha rubato (grazie alla compiacenza di Olivia e Cyrus), il suo posto alla Casa Bianca manipolando le elezioni, non può infatti ufficialmente annunciare la morte di Vargas al pubblico americano fino a che non deciderà a chi passare lo scettro del potere: a Cyrus Beene, eletto da popolo, ma non ancora dai grandi elettori o Mellie Grant, l’unica candidata alla presidenza rimasta in vita che però non ha vinto il voto popolare? A quanto pare la decisione spetta solo ed unicamente a lui, soprattutto perché la legge non chiarisce propriamente come ci si debba comportare in una simile e remota circostanza in cui Fitz finirà per scegliere Cyrus.

Dopo che infatti Olivia smuove mari e monti per cercare di dimostrare che dietro all’omicidio di Vargas ci sia il suo Vice Presidente, le basta vederlo per cinque secondi al di là di un vetro, coperto dal sangue del Presidente eletto mentre respira affannatamente sconvolto dallo chock per decidere che, no, dopotutto Cyrus non può essere davvero il responsabile, perché è evidentemente troppo scioccato e soprattutto non è un così bravo attore. E così sia lei che Fitz dimostrano di avere una memoria terribilmente corta, perché nel giro di un attimo e basandosi su delle sensazioni e non su prove concrete, consegnano un immenso potere nelle mani di un uomo che ha già dimostrato in passato di essere capace di manipolare delle elezioni presidenziali e di uccidere. Una decisione che appena ufficializzata si dimostrerò fallimentare, perché i Gladiatori di Olivia, dopo una nnotte trascorsa a cercare inutilmente delle prove, scopriranno – quando sarà ormia troppo tardi – l’esistenza di una telefonata in cui una delle volontarie che lavorava alla campagna di Vargas chiamava l’FBI pochi secondo dopo l’attentato, dichiarando che Cyrus ne era il responsabile, il tutto prima di venire uccisa e fatta saltare in aria con il suo cottage in mezzo ai boschi.

Gioco, partita, incontro.

O almeno così sembrerebbe, Cyrus è di nuovo al potere e questa volta potrebbe essere inarrestabile se non fosse che ha scelto un’avversaria temibile come Olivia Pope che, invece di tenere per sé la scoperta appena fatta e cercare di usarla per incastrarlo agendo nell’ombra, in perfetto stile da amazzone quale è, decide di affrontarlo a volto scoperto, presentandosi al suo cospetto, abbracciandolo per porgere le proprie condoglianze e sussurrandogli all’orecchio la sua intenzione di distruggerlo. Come questa serie ci ha abituato ormai a fare da tempo, e coerentemente con tutti i prodotti di casa Shondaland, da parte nostra consigliamo di non fare troppi ragionamenti complessi su quanto state guardando, perché altrimenti perdereste completamente il piacere proibito di godere di una serie come Scandal che va vista esattamente per ciò che è: pura finzione irrealistica e adrenalinica recitata magistralmente. Lasciatevi quindi portare dalla corrente e godetevi semplicemente il viaggio. Il resto è storia.