Petra: la nostra recensione della serie in onda dal 14 settembre su Sky Cinema Uno

Petra è un coraggioso ed interessante esperimento per il primo crime show originale Sky che si va ad aggiungere alla vasta offerta di serie presenti in TV. Interessante perché si è scelto di fare una trasposizione piuttosto accurata degli amatissimi personaggi tratti dai romanzi dell’autrice spagnola Alicia Giménez-Bartlett, pubblicati in Italia da Sellerio, e coraggioso perché è stato deciso, pur senza andare ad intaccare la natura dei protagonisti e lo spirito dei libri, di trasferire l’azione in Italia da Barcellona, più precisamente a Genova.

Agli scettici, tra cui inizialmente c’era anche la Giménez-Bartlett quando le è stata proposta questa idea, ci sentiamo di dire che il capoluogo ligure si è dimostrato un degno sostituto della città catalana e che gli autori, cosa non scontata in una produzione italiana, sono perfettamente riusciti a fare dell’ambiente in cui si svolge l’azione il terzo protagonista di questo show. Tra le zone portuale ed industriale ed i vicoli della città vecchia di una città stretta tra mare e montagne, non ci vorrà molto al pubblico per abituarsi ed affezionarsi a Genova come casa adottiva della peculiare protagonista romana di questa serie.

Le quattro puntate che andranno in onda su Sky Cinema Uno ogni lunedì – dei mini-film o lunghi episodi, a seconda di come preferiate definirli, della durata di circa un’ora e venti minuti – racconteranno ciascuna le vicende di un libro dell’autrice prendendo il titolo dai diversi romanzi dell’autrice a cui sono ispirate: Riti di Morte, Giorno da cani, Messaggeri dell’oscurità e Morti di carta.

Photocredit: Luisa Carcavale

Alla sua prima esperienza come operativa, dopo essere stata seppellita in archivio per lungo tempo, un luogo in cui si sente a proprio agio, a differenza della sua versione cartacea che non vede invece l’ora di essere messa alla prova, Petra Delicato (Paola Cortellesi) si ritrova a dover risolvere una serie di stupri, in cui l’aggressore marchia le vittime con uno strano simbolo lasciato dolorosamente su un braccio. Le circostanze porteranno Petra a venire accoppiata per le indagini con un suo sottoposto, il vice ispettore Antonio Monte (Andrea Pennacchi), un uomo più grande di lei e con maggiore esperienza sul campo, che ha un carattere quasi diametralmente opposto al suo, ma con cui riuscirà, nonostante le differenze, a costruire un solido rapporto di amicizia e di reciproco rispetto.

Al centro della vicenda, oltre a casi interessanti e molto particolari, che hanno portato il pull di autori ad approcciarsi alle più moderne tecniche investigative, c’è naturalmente il personaggio interpretato dalla Cortellesi, una donna spigolosa, contraddittoria, spesso sboccata e fieramente indipendente. Con due matrimoni falliti alle spalle, con un uomo di successo che l’ha lasciata ferita, il primo, ed un ragazzo più giovane di lei, il proprietario di un piccolo bar/ristorante che ancora cerca la sua compagnia ed intrattiene con lei un piacevole rapporto di amicizia, il secondo, Petra ha lasciato il lavoro di avvocato e la sua città natale, Roma, per entrare in Polizia e cambiare completamente vita, spinta dal desiderio di trovare nella sua vita una qualche forma di appagamento che ancora le manca.

Petra non è un personaggio che piace immediatamente, gli autori hanno corso il rischio, soprattutto in una delle prima scene in cui viene presentata al pubblico, di farla apparire esageratamente ruvida, al punto da far sorgere il dubbio che il suo sarcasmo, e quella che a volte può apparire come mancanza di sensibilità, la rendano inadatta ad un lavoro tanto delicato, ma con il tempo si imparerà ad apprezzare anche le caratteristiche più nascoste di questo complesso personaggio. Un tempo che forse alcuni riterranno esageratamente lungo, considerato che si cominceranno a capire meglio le motivazioni che l’hanno spinta ad essere così inaccessibile solo nell’ultimo episodio e che, per la maggior parte del tempo, Petra sarà sinonimo di grandi silenzi, malinconici sguardi e qualche impacciato tentativo di apparire più ricettiva.

Uno degli aspetti più piacevoli della serie è invece il netto contrasto tra i due protagonisti, per i quali si è scelto di invertire alcune delle caratteristiche che sono normalmente attribuite a uomini e donne. Dove Petra è infatti ombrosa, indipendente, sessualmente libera e sicura di sé, Antonio è sensibile, attento e più aperto allo scherzo della sua nuova partner. All’inizio della loro collaborazione Petra accuserà Antonio di non amare l’idea di dover prendere gli ordini da una donna, ma più che un maschilista, il vice ispettore risulterà semplicemente colto di sorpresa dal carattere di una donna come poche ne ha conosciute, che sarà anche capace di sorprenderlo piacevolmente in più di un’occasione.

Si è molto parlato, durante la conferenza stampa di presentazione della serie, del concetto di indipendenza e del fatto che gli spettatori possano comprensibilmente desiderare di rispecchiarsi in una donna così libera dalle convenzioni come Petra ma, a nostro avviso, uno degli aspetti più stimolanti della serie, sarà proprio seguire il percorso della protagonista nell’imparare che, per quanto anticonformisti si possa apparire, la completa libertà resta una chimera, soprattutto quando si viene a contatto con casi così complessi come quelli su cui indagheranno i due protagonisti della serie.

Petra è un progetto raffinato e realizzato con grande ricercatezza, che trae giovamento da un materiale di ispirazione solido e genuinamente interessante, ma manca forse un po’ di verve e non concede per lo più pause da un’atmosfera generalmente cupa che possano aiutare il pubblico a relazionarsi con vicende emotivamente provanti e, più in generale, manca di una maggiore capacità di sapersi prendere anche gioco di se stesso e di quella che può apparire come l’eccessiva severità della sua protagonista.

I 4 episodi della prima stagione di Petra andranno in onda ogni lunedì, a partire dal 14 settembre, su Sky Cinema Uno, canale 301 della piattaforma di Sky.

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