Omicidio tra i mormoni è il nuovo documentario di Netflix che descrive una vicenda probabilmente non molto conosciuta in Italia, ma che ha tenuto con il fiato sospeso l’America a metà degli anni Ottanta.

Salt Lake City, Utah – Tre esplosioni scuotono i sobborghi della città seminando il panico tra la popolazione e creando non poche difficoltà tra gli investigatori che si occupano del caso, perché nulla è come sembra in questa complessa indagine. E questa è anche una verità che, in un certo senso, potrebbe essere applicata al documentario stesso, che può sembrare una cosa, ma che – nel corso delle sue tre puntate – finisce invece per prendere una piega completamente inaspettata.

Al centro della vicenda ci sono infatti la numerosa comunità di mormoni della città, fedeli della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e le origini di questa fede. Il mormonismo è infatti basato sull’idea che un angelo sia apparso al suo fondatore, Joseph Smith, e lo abbia guidato fino ad un luogo segreto nel quale sono sepolte delle placche d’oro nelle quali era incisa la storia di un’antica civilizzazione, scritta dal profeta e storico Mormon, che divennero con il tempo Il libro dei Mormoni. Tradizioni e storia sono quindi due elemini molto importanti di questa religione, una precisazione necessaria per introdurre il protagonista di questa vicenda che, sorprendentemente, non è incentrata, come si potrebbe pensare, sugli scandali di una Chiesa ed i suoi tentativi di nascondere una scomoda verità.

Mark Hofmann entra così nella storia come un giovane pieno di talento e appassionato di documenti storici, nonché la persona che troverà la famigerata “Lettera della Salamandra”, un documento considerato autentico, il cui contenuto ha il potere di cambiare per sempre i principi su cui la fede dei Mormoni è basata. Quando poi le poche persone venute a contatto con questa straordinaria lettera cominciano a morire uno dopo l’altro, il mistero – come si direbbe nei migliori romanzi – si infittisce e sembra coinvolgere la Chiesa stessa.

Il documentario è opera di Jared HessTyler Measom. Hess è conosciuto per aver diretto e scritto Napoleon Dynamite, mentre Measom ha co-diretto il pluripremiato Sons of Perdition, un documentario sul mormonismo ed è chiaro fin dall’inizio quanto i due autori conoscano a fondo la storia di questa religione e quali ramificazioni abbia nella comunità di Salt Lake City e nello Utah. L’approccio fattuale di Omicidio tra i mormoni, che – come accennavamo – prenderà una direzione completamente inaspettata per chi non conosce la vicenda, lo rende un prodotto di alta qualità decisamente superiore a Il caso del Cecil Hotel, sempre di Netflix, che basa gran parte della sua narrazione su assurde teorie cospiratorie o al chiacchieratissimo Allen V Farrow della HBO, che fatica a trovare la strada di una narrazione imparziale.

Oltre a raccontare una storia piena di colpi di scena e segreti svelati, Hess e Measom includono nella loro fatica alcune personalità locali, come il reporter televisivo Rod Decker e Ken Sanders, un personaggio molto conosciuto nel mondo della compravendita di libri e documenti storici, ma scelgono (molto efficacemente, a nostro avviso) di non far parlare mai l’attore che interpreta nelle ricostruzioni il ruolo del loro protagonista Hofmann, se non attraverso dei documenti audio e video originali. Omicidio tra i mormoni è un prodotto di autentica qualità che si divide tra rievocazioni, interviste e testimonianze di una vicenda davvero sorprendente con un convincente bilanciamento tra finzione e ricostruzione che, confezionato in un numero perfetto di episodi, vi condurrà a scoprire una storia inaspettata e sconcertante.

Omicidio tra i Mormoni è il nuovo documentario di Netflix disponibile da mercoledì 3 marzo sulla piattaforma streaming.