His Dark Materials – Queste oscure materie 2×07 “Æsahættr”: la recensione

La seconda stagione di His Dark Materials si conclude così, con varie tragedie più o meno avvertite dallo spettatore e con una guerra all’orizzonte. Sicuramente è stata una stagione migliore rispetto alla precedente. Meno bloccata, con più ritmo, capace di comunicare meglio il senso di urgenza della vicenda raccontata. Non così ricca o trascinante quanto i temi o il contenuto avrebbero meritato, ma migliore. Il settimo episodio della stagione presenta quella convergenza che era stata fatta intuire negli episodi precedenti. Alcune storyline ci ripagano, altre meno, ma al termine di questo percorso possiamo dire di apprezzare di più il viaggio di Lyra.

C’è un canyon intorno al quale si consumano tutte le vicende della stagione. Praticamente tutti i protagonisti della vicenda finiscono per arrivare sul posto o nelle sue vicinanze, ed è qui che hanno luogo incontri a lungo rimandati e tragedie. Lyra ammette a se stessa che qualcosa sta per cambiare, non nel suo mondo, non nei grandi universi uniti dai tagli e dalla Polvere. Ma in lei. Avverte che una soglia importante nella sua crescita sta per essere superata, e che sia lei che Pan non saranno più gli stessi dopo. Un racconto come questo, che è anche un racconto di formazione – morale, politica, perfino sessuale – deve anche passare nello scontro necessario con i genitori.

Questo è vero tanto per Lyra quanto per Will. Lyra è entrata nel portale per ritrovare Asriel e fare giustizia per Roger (a proposito, c’è una scena dopo i titoli di coda), ma il suo conflitto principale al momento è con la madre. Marisa Coulter alla fine riesce ad arrivare sul posto e a rapire Lyra. Ogni altro scontro è rimandato alla terza stagione, ma quest’anno il percorso di entrambe le ha portate ad emanciparsi (e questo è già curioso di suo), ma anche a scegliere soluzioni diverse per il loro cammino.

Quanto a Will, non un campione di simpatia in questa stagione, la scrittura gli riserva il tanto atteso incontro con suo padre. Questo è l’unico senso narrativo che riusciremo a trovare al percorso stagionale di Lee Scoresby e John Parry, morti entrambi nel tentativo – non riuscito – di salvare Lyra. E sì, anche Will dovrà imparare ad andare oltre la figura di suo padre, per quanto forse questo incontro di pochi istanti è un po’ poco. Ecco, è un finale forse troppo costretto dalla scrittura questo di His Dark Materials, che decide di voler inserire anche Mary Malone, ma senza darle nulla di troppo importante da fare. E che gestisce arrivi, incontri e scontri in modo molto meccanico per arrivare al risultato sperato, considerato per esempio l’utilizzo di Serafina Pekkala.

La scrittura di Jack Thorne non ha mai utilizzato particolari cliffhanger o scene ad effetto per chiudere gli episodi o per anticipare la sigla, preferendo anticiparle. Una scelta strana che si ripete qui, con l’unica scena della serie in cui vediamo Asriel (James McAvoy) parlare con gli angeli per convincerli a schierarsi nella sua guerra contro l’Autorità divina. Tutto questo nello scontro assoluto tra destino e libera scelta (che in una serie che ha insistito tanto sulle profezie è dire tanto). Quanto di tutto questo sia arrivato allo spettatore non-lettore è difficile dirlo, così come capire quanto eventualmente sia da imputare alla serie tv.