His Dark Materials – Queste oscure materie 2×01 “La città nel cielo”/2×02 “La materia oscura”: la recensione

La pausa stagionale ha fatto bene a His Dark Materials. Lo si vede quasi da subito in questi due primi episodi della serie tv HBO – da noi trasmessa su Sky e NOW TV – che hanno un passo diverso rispetto al passato. Fa bene l’assenza di Tom Hooper alla regia, con le immagini che possono respirare di più senza la pesantezza dello scorso anno. Ma in generale è tutto l’intreccio ad essere più dinamico. Merito anche di una storia che si può appoggiare ad un senso di pericolo più chiaro, in cui tutto assume un’urgenza maggiore e i collegamenti si moltiplicano. Non tutto è perfetto, ma ci sono dei buoni segnali.

Per semplicità potremmo dire che questa stagione adatterà La lama sottile, secondo romanzo della saga Queste oscure materie di Philip Pullman, dopo che lo scorso anno avevamo visto La bussola d’oro. Ovviamente non è tutto così preciso e letterale – o letterario – e già la scorsa stagione si era presa varie libertà nell’adattamento, che rimane opera di Jack Thorne. Will Parry era già stato introdotto lo scorso anno, e così varie sottotrame secondarie, come quelle al Magisterium, avevano avuto uno spazio maggiore.

La città nel cielo e La materia oscura, primi due episodi della seconda stagione, non perdono quindi tempo nel far incontrare Lyra e Will (Dafne Keen e Amir Wilson). Particolarmente efficace è l’inizio della stagione, che da subito ci mostra una Lyra in un mondo che non è il suo, e non sarà l’ultima volta. Quel mondo è Cittàgazze, la città nel cielo, dal nome che mostra riferimenti alla lingua italiana. E in effetti si è fatto un bel lavoro nel ricostruire questa città fatta di scale che si incrociano, come quelle della sigla, dai vicoli semplici ma caratteristici, che hanno qualcosa di una città mediterranea. Qui Will e Lyra si conoscono, e i due episodi ragionano su ciò che li accomuna e su ciò che li divide. Il linguaggio, la tecnologia, le loro abitudini sono molto diversi, ma entrambi riusciranno a trovare un terreno comune sul quale incontrarsi.

Quel terreno comune potrebbe essere rappresentato dalla Oxford che si trova in entrambi gli universi, vera pietra angolare del loro incontro. Certo, la Oxford di Will è molto diversa da quella di Lyra, ma d’altra parte è lì che viene inviata dall’aletiometro, ed è qui che incontra la scienziata Mary Malone. La Polvere assume qui caratteristiche che vanno oltre la mera discussione spirituale, ma che sono lette alla luce di un linguaggio secolarizzato, e di una comprensione scientifica più avanzata. Da qui il riferimento alla materia oscura. Questo è uno dei temi centrali della storia: ciò che esiste lo fa a prescindere dalle convinzioni di chi guarda, o non vuole guardare. Il riferimento più ovvio è al cardinale Sturrock, che si rifiuta di guardare la città nel cielo (è anche il tema della postverità).

La storia di Lyra e Will è ben raccontata? Diciamo di sì, ma diciamo anche che è l’intero mondo che li circonda a sembrare più vivo e intenso. In particolare in queste due puntate, anche grazie alla crudeltà del Magisterium e di Marisa Coulter (una sempre inquietante Ruth Wilson), emergono meglio le figure delle streghe. Come qualunque altra rappresentazione recente delle streghe (l’abbiamo visto l’ultima volta in Motherland: Fort Salem) anche qui sono sinonimo di femminismo. Quindi funzionano per contrasto rispetto al Magisterium, che è maschile, retrogrado e ignorante.

All’interno delle stesse streghe è però in atto una discussione su come agire, se attaccare direttamente oppure no. La regina Ruta Skadi ha la propria visione, ma potrebbe non essere condivisa da tutte. Nel Magisterium la figura di Padre MacPhail sembra emergere come nuova guida – ma c’è qualcuno o qualcosa che lo manovra – mentre Lee Scoresby riceve una quest secondaria.

His Dark Materials – Queste oscure materie va in onda su Sky Atlantic e NOW TV ogni lunedì.