Il progetto diretto da Samantha Stark, che fa parte della serie di speciali realizzati dal New York Times, ha raccontato gli eventi che hanno portato il padre della cantante, Jamie, a prendere il controllo dei suoi affari e dei suoi beni, scatenando i commenti online dei fan, delle celebrità e degli spettatori, molti dei quali hanno iniziato a sostenere il movimento #FreeBritney, che chiede di “liberare” l’artista dalla supervisione del genitore.
Day, intervistata da The Hollywood Reporter, ha dichiarato:
C’è così tanto materiale che abbiamo dovuto eliminare nella fase di montaggio e attualmente presente solo nei nostri appunti. E dopo la messa in onda del documentario, abbiamo avuto molte informazioni a cui siamo interessate, alimentando il nostro interesse nel procedere e continuare ulteriormente a raccontare questa storia.
Stark ha quindi sottolineato che non è da escludersi l’ipotesi di realizzare un documentario sequel:
Penso ci sia molto di più da scoprire sulle circostanze riguardanti la tutela e come è stata gestita e perché, sulle persone coinvolte nella sua creazione e nella sua attuazione.
La regista ha ribadito che Jamie Spears non è l’unica persona coinvolta e che ha ottenuto dei benefici economici:
Penso sia importante controllare ogni dettaglio. E, ovviamente, sarà davvero importante continuare a seguie le udienze mentre si svolgono.
Che ne pensate dell’idea di realizzare un documentario sequel di Framing Britney Spears? Lasciate un commento!
Fonte: IndieWire
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