Super Dragon Ball Heroes

Dopo un primo arco narrativo di sei episodi che ha fatto intuire la natura del progetto, Super Dragon Ball Heroes racconta una seconda avventura in 13 puntate che, accorpate, avrebbero una durata superiore all’ora e mezza, facendone di fatto un corposo lungometraggio. La caratteristica che però distingue questa webserie (essendo un prodotto promozionale per un gioco di combattimenti) è quello di saltare a piè pari qualunque pretesa iniziale di trama, per gettare da subito i protagonisti nel vivo dell’azione.

Subito dopo essere tornato dal Pianeta Prigione, Vegeta e il Trunks del futuro si recano nell’Universo 6 per rispondere a una richiesta d’aiuto: Hit, Cabba, Caulifla e Kale sono infatti impegnati ad affrontare Oren e Kamin, due creature artificiali evase dal Pianeta Prigione che seminano distruzione. Se la loro natura e il fatto che siano fratello e sorella potrebbe ricordare Androide 17 e Androide 18, la coppia è però più pericolosa, avendo la capacità di rigenerarsi e potendo conoscere in anticipo le abilità dei loro avversari. La mossa più pericolosa però è quella di assorbire gli altri, in modo non troppo dissimile da Cell, ma soprattutto da Baby di Dragon Ball GT, di cui ricorda molto di più l’aspetto.

 

 

Lo scontro viene interrotto dall’arrivo di Hearts, un altro evaso che ha messo le mani sul Seme degli universi, un cristallo in grado di infondergli un potere tale da sconfiggere Zeno. Assieme a Zamasu, il gruppo di lottatori fuggiti dal Pianeta Prigione si reca nell’Universo 11, per sconfiggere Jiren, considerato il combattente più potente in assoluto. Anche in questo caso non c’è un vero motivo, se non la sana volontà di mostrare una pura scazzottata in quello che può essere definito puro fanservice, senza alcuna pretesa di essere altro.

La qualità delle animazioni è sempre elevata e gli episodi offrono diversi momenti piacevoli, tra cui l’inedita accoppiata Piccolo e Androide 17. Si potrebbe forse lamentare il fatto che è sempre l’intervento di Goku a cambiare le carte in tavola, ma la risoluzione finale è avvincente, così come non può non esaltare l’apparizione di Gogeta in versione Super Istinto. Un prodotto tangente alla serie principale (ma comunque ufficiale) che continua a regalare soddisfazioni ai fan più hardcore dell’universo di Dragon Ball.

 

 

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