Non è insolito, nel contesto dello showbusiness americano, che sia proprio lo show (quindi le grandi star, le personalità in vista) a incontrare il business. Molte star reinvestono parte delle loro fortune in svariate attività. C’è chi crea e sostiene no profit, spesso legate al tema green, chi si dedica a fondazioni e chi lancia proprie startup.

La Maximum Effort è una delle società più in vista nel mondo dell’advertising. È fondata da Ryan Reynolds, un attore che ha dovuto imparare a proprie spese le dinamiche e la potenza del marketing.

Per convincere l’allora 20th Century Fox a produrre il tanto rischioso film di Deadpool, Ryan Reynolds dovette dare fondo a tutta la sua creatività. La campagna di promozione si modellò sul suo protagonista e partì ben prima della produzione del film. Una scena test era infatti “misteriosamente” trapelata online. Le reazioni entusiaste dei fan avevano illuminato la luce verde sul progetto. Con un umorismo “meta” e lontano dalle abitudini del genere cinecomic, il film si tramutò in un successo economico senza precedenti. Merito della capacità di intercettare il proprio target attraverso il tono particolare della pellicola, ma soprattutto grazie alle strategie promozionali adottate.

Reynolds lanciò la campagna di guerrilla marketing del film insieme al ben più esperto George Dewey. I due fondarono poco dopo la Maximum Effort, il cui nome viene da una celebre frase dell’X-Men mercenario.

 

La sua è una compagnia di medie dimensioni, che lavora con partner selezionati in grado di accogliere lo stile peculiare delle creazioni. Come abbiamo recentemente riportato, in un’ intervista a entrepeneur, Ryan Reynolds ha confessato di aver tratto un grande giovamento dalle ristrettezze di budget di Deadpool.

Maximum Effort lavora allo stesso modo, con budget limitati e tante idee. Gli esiti sono, il più delle volte, travolgenti. Un’azienda è al centro delle polemiche per uno spot giudicato sessista (in cui un uomo regala una cyclette a una donna che ne diventa ossessionata)? Ryan Reynolds risponde scritturando la stessa attrice (finita al centro delle polemiche) che beve avidamente con le amiche un liquore, promosso proprio spot. E ancora: per promuovere un’azienda di telefonia Reynolds è riuscito a far tornare sotto i riflettori Rick Moranis. Come promuovere un’app di incontri nel 2020? Con un’unione siglata negli inferi, tra il diavolo stesso e… una donna di nome Duemilaventi.

Guarda qui: Rick Moranis torna in scena insieme a Ryan Reynolds nel nuovo spot della Mint Mobile!

Attraverso l’ironia (non lontana da quella di Deadpool) l’azienda si è creata una fama importante. La sua freschezza, la capacità di parlare a un pubblico ben mirato figurando bene sia in tv che online, la rende un’osservata speciale per le campagne di marketing.

Sono poche le linee guida dell’azienda, ma molto chiare: non è necessario un grande budget per fare un buono spot, la soluzione creativa è sempre quella più giusta. Nonostante l’ironia graffiante Maximum Effort non punta sulla controversia, ma – paradossalmente – cerca il minimo rischio. Il sopra citato spot dell’innamoramento del diavolo nei confronti dell’anno appena trascorso, segna un goal tutt’altro che semplice ma anche molto sicuro. Come spiegato da Ryan Reynolds stesso, il lavoro creativo di scrittura ha portato a questa idea che non nega le tragedie in corso ma, anzi, con il sarcasmo crea una forte connessione umana.

Non è raro anche che sia Ryan Reynolds stesso a instaurare questo legame con lo spettatore parlandogli direttamente, guardando in macchina da presa e rompendo la quarta parete (ancora una volta una delle chiavi del successo di Deadpool).

La creatività è al comando. I volti noti di Hollywood (notevole la sua collaborazione con Hugh Jackman) si spalleggiano, condividono lo spazio nella scena e il pubblico di affezionati. Come rilevato da Forbes, rappresenta un efficace esempio di integrazione verticale delle strategie di marketing. L’agenzia non crea solo i contenuti ma li diffonde anche nei propri canali (gli svariati followers dell’attore su Instagram, Twitter e YouTube). 

Ryan Reynolds parla di questa nuova esperienza di imprenditori con toni particolarmente entusiasti. Non nega di stare imparando strada facendo, ma vede nella capacità di affidarsi ed essere guidato uno dei fattori del successo. La libertà, l’identità forte dell’agenzia, hanno permesso alla creatività di sbocciare. Queste le sue parole: 

Abbiamo iniziato a guardare al marketing come un diverso strumento che abbiamo a disposizione, e come un qualcosa con cui possiamo effettivamente raccontare storie; se non presti attenzione a questo, allora stai solo trasmettendo senza coinvolgere.

Le tecniche del cinema e dello storytelling emozionale impiegate nel marketing. Non è la prima volta. Ma è la prima volta che una personalità del cinema, un creativo, riesce a riconvertirsi con tale efficacia “insegnando” e aprendo nuove vie nel mestiere in così poco tempo. 

Quello tra il cinema e il marketing è sempre stato un sodalizio permeabile alle istanze di entrambi. Reynolds sta mostrando come i due siano sempre di più costretti a camminare fianco a fianco per il reciproco successo. E in tempo di pandemia, con le sale chiuse senza prospettive certe di riapertura, e un’industria audiovisiva in fase di riassestamento, queste “contaminazioni” appaiono sempre meno trascurabili.