Trainspotting compie 25 anni e, per festeggiare la ricorrenza, Empire ha trascritto sul proprio sito un interessante articolo d’archivio. Si tratta di uno scritto pubblicato in forma cartacea nel marzo del 1996 che ripercorre di prima mano la gestazione del film.

Vi riportiamo di seguito alcune delle fasi più interessanti di una produzione che, salvo qualche piccolo intoppo all’inizio, si può definire decisamente felice.

Tutto inizia nel dicembre del 1994 quando lo sceneggiatore John Hodge, insieme al produttore Andrew MacDonald e al regista Danny Boyle decidono di adattare il romanzo di Irvine Welsh sullo schermo.

Il trio aveva appena concluso Piccoli omicidi tra amici, l’esordio sul grande schermo di Danny Boyle. Il film non era ancora arrivato in sala, ma già aveva guadagnato lodi ovunque. I giovani cineasti erano sulla bocca di tutti i produttori entusiasti che gli offrivano finanziamenti per il film successivo, a prescindere da quale fosse. Si racconta che Scott Rudin, ad esempio, gli avesse offerto $250,000 per girare un film. Una proposta a scatola chiusa, solo per il loro affermato talento, senza che al produttore importasse veramente come sarebbe stato il prodotto finito. Un’offerta declinata da Boyle come ridicola, dal momento che non si erano mai incontrati con il diretto interessato.

Insomma, Trainspotting aveva già convinto tutti ancora prima di arrivare sul set. Ma c’era un problema: Irvin Welsh aveva già venduto i diritti della sua opera alla compagnia di produzione tv Noel Gay che non aveva però intenzione di trarre un film a breve. Appena la società apprese della sceneggiatura in fase di scrittura se ne interessò e cercò di salire a bordo come co-produttori. Ovviamente MacDonald non vedeva la cosa di buon occhio e iniziò lunga trattative per scongiurare la partnership. Irvine Welsh inoltre non voleva essere coinvolto nella stesura della sceneggiatura dal momento che era impegnato in altri progetti. Tutto il peso ricadde quindi su John Hodge, il quale cercò di bilanciare il più possibile l’aspetto visivo, essenziale per la riuscita del film, e la fedeltà al libro. 

Nel febbraio del 1995 però, con la sceneggiatura quasi completata, Channel 4, che stava finanziando il film, decise di mettere tutto in stop fino a che non si fosse sciolto il nodo sui diritti di sfruttamento. Un problema che si risolse un mese dopo con la rinuncia da parte dei diritti in possesso della società Noel Gay in cambio di una parte dei profitti e del nome nei titoli di coda.

Iniziarono così la ricerca del cast e delle location. Ewan McGregor salì subito a bordo nei panni di Mark Renton. Ewen Bremner aveva interpretato il ruolo di Renton nella versione teatrale di Trainspotting, ma accettò comunque di buon grado il ruolo di Spud nel film. Gran parte della troupe assunta per il film aveva già lavorato a Piccoli omicidi tra amici, permettendo quindi di procedere spediti nei 35 giorni di riprese. Una vacanza, secondo Boyle, rispetto ai soli 30 giorni sul set della sua opera prima

Le prove iniziarono nel maggio del 1995 in un appartamento in affitto in un palazzo di Glasgow, città dove Boyle ha girato gran parte del film nonostante sia ambientato ad Edimburgo. 

Non è stato complesso per la produzione trovare i set giusti. Spesero molto tempo nel ricreare la giusta illuminazione, nel portare luoghi comuni e reali all’estremo, proprio come in un trip. Per una settimana dovettero girare solo di notte. Non fu semplice, secondo Danny Boyle, per via di un problema stagionale. Girarono infatti nel giugno del 1995: “Il problema con le riprese notturne in questo momento dell’anno in Scozia è che le notti sono così brevi. La luce del giorno non finisce fino alle 23 e ritorna alle 4:30, dandoti solo poche ore di buio. Ma almeno hai più ore per lavorare alla luce del giorno” disse il regista.

Trainspotting è un film estremamente difficile da montare. Il ritmo è frenetico, e la narrazione non è lineare. Le scene si associano senza che ci sia una stretta logica di tempo o di spazio. Nonostante tutto, già durante le riprese del film riuscirono a comporre un breve teaser trailer da inserire nelle copie home video di Piccoli omicidi tra amici. Questo aiutò il film ad essere venduto sui vari mercati internazionali ancora prima che l’opera fosse ultimata. Le aspettative crescevano all’interno dell’industria per una pellicola a basso budget che prometteva grandi incassi. Persino il montaggio provvisorio, mostrato in una proiezione test, ebbe successo. 

 

Dopo otto settimane di montaggio il film era ufficialmente finito. C’era solo da ultimare il missaggio audio con delle aggiunte in post produzione là dove alcuni dialoghi presi in diretta erano poco chiari. 

Il produttore Andrew MacDonald dedicò tutta la sua attenzione alla colonna sonora. Nel settembre del 1995 promise una delle colonne sonore più straordinarie di sempre:

Abbiamo brani come Lust For Life di Iggy Pop e Perfect Day di Lou Reed, abbiamo anche nuove band come Blur, Pulp, Primal Scream, Sleeper, Leftfield e Underworld. Ci sono tre o quattro nuove canzoni. I Pulp non avevano tempo di scrivere un nuovo brano, perciò hanno dato uno che non è entrato nel loro album. Ma la parte difficile è stata mantenere l’equilibrio economico, metterli d’accordo nel comporre canzoni per un film dal budget di solo 1.5 milioni di sterline.

Quando nel gennaio del 1996 il libro venne ripubblicato con la copertina tratta dal poster del film e la colonna sonora arrivò negli store, Trainspotting iniziò il suo lancio. A Danny Boyle, che era sulla cresta dell’onda, venne offerto di dirigere Alien 4, progetto poi rifiutato. Il distributore inglese PolyGram, fiducioso del prodotto, calcò particolarmente la mano con la promozione, aumentando il budget per il marketing, sicuro di poter recuperare il denaro investito.

La campagna si concentrò nel raccontare i personaggi non solo tramite i canali tradizionali, degli spot, dei trailer e delle locandine. Riempirono di character poster le stazioni di Londra arrivando ad affiggere manifesti lunghi anche 30 metri.

Trainspotting riuscì nella missione di diventare un successo economico, ma fece anche di più: si tramutò in un fenomeno culturale, un cult movie capace di sopravvivere nel tempo generando infiniti emuli. Nessuno è ancora riuscito a superarlo.

Che cosa ne pensate della produzione di Trainspotting? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: Empire